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Marò, giallo sulle garanzie Scontro nel governo indiano sulla possibile pena di morte

Il ministro della Giustizia indiano: "Nessuna garanzia su sentenza". Quello degli Esteri: "Abbiamo dato assicurazione scritta" SCRIVI AL GOVERNO

Marò, giallo sulle garanzie Scontro nel governo indiano sulla possibile pena di morte

Il caso di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone si complica ancora. È scontro aperto all'interno del governo indiano su una possibile pena di morte, condanna massima prevista in caso di omicidio nella giurisdizione indiana, nei confronti dei nostri militari. Ieri il ministro degli Esteri indiano Salman Khurshid aveva assicurato che i marò non saranno condannati alla pena capitale. Oggi il ministro della Giustizia, Ashwani Kumar, ha smentito questa ricostruzione in un'intervista alla tv locale Ibn. Secondo quest'ultimo, infatti, il governo non può aver dato "nessuna garanzia": "Come può il potere esecutivo dare garanzie sulla sentenza di un tribunale?", ha detto Khurshid, polemizzando apertamente con il suo collega che "è anche un avvocato e sul perchè abbia detto quelle cose, sta a lui rispondere".

Il sottosegretatio agli Esteri, Staffan De Mistura, però, ribadisce che il governo italiano ha in mano "un'assicurazione scritta ufficiale del ministero degli Esteri a nome del governo indiano". Una promessa scritta confermata anche oggi da Kurshid che ha ribadito come la fattispecie che si configura "non è di quelle che implicano l’ipotesi di pena di morte, ossia quelli definiti rari tra i più rari" e che di ciò "sono state date assicurazioni al governo italiano". E, in una nota alla Camera, ha concluso: "Non abbiamo detto che non vi sarà una sentenza. Non lo abbiamo detto. Abbiamo detto che la nostra visione è che questo non è uno dei casi molto eccezionali. Lo abbiamo verificato con esperti di diritto e l’abbiamo comunicato all’Italia solo dopo che gli esperti hanno espresso la loro opinione".

La vicenda dei marò "sta sempre più assumendo i toni di una farsa", osserva il Capo di Stato Maggiore della Difesa, ammiraglio Luigi Binelli Mantelli, il quale auspica che "si concluda quanto prima" e che i due militari italiani "siano al più presto riconsegnati alla giurisdizione italiana".

Intanto è stato creato a New Delhi un tribunale ad hoc in grado di analizzare e giudicare la complessa vicenda di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i fucilieri italiani accusati di aver ucciso due pescatori del Kerala. L’Alta Corte di New Delhi ha emanato ieri sera un’ordinanza per formare uno speciale organo giudicante come stabilito nella sentenza della Corte Suprema del 18 gennaio.

Una procedura già avviata il 9 marzo dopo le accuse di ritardo da parte della Corte Suprema e accelerata dopo l'incidente diplomatico tra Italia e India.

Il nuovo tribunale dovrà nello specifico decidere se i nostri militari debbano essere processati con la giurisdizione indiana, come chiede il governo di New Delhi, o se il caso rientri nel diritto internazionale che prevede la competenza della giustizia italiana in base alla Convenzione Onu sul Diritto del Mare (Unclos).

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