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Marò, Ue promette aiuto Terzi: "L'armatore autorizzò ingresso della nave in porto"

Prosegue il pressing per risolvere il caso dei due fucilieri della Marina in carcere, in India, con l'accusa di aver ucciso due pescatori. Il sottosegretario De Mistura rientra in Italia

Marò, Ue promette aiuto Terzi: "L'armatore autorizzò ingresso della nave in porto"

La vicenda dei due fucilieri del battaglione San Marco, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, in carcere in India con l’accusa di aver ucciso due pescatori indiani scambiati per pirati, continua a preoccupare il governo, tanto che il premier Mario Monti ha incontrato Catherine Ashton, capo della diplomazia Ue, per caldeggiare l'intervento dell'Europa. Un incontro così importante per il governo italiano che Monti è arrivato con un’ora di ritardo alla prevista riunione dell’Ecofin. L'alto rappresentante per la politica estera dell'Ue "si è impegnata ad intraprendere ogni possibile ulteriore passo per arrivare ad una soluzione positiva", ha sottolineato il presidente del Consiglio in una nota diffusa a Bruxelles.

La Ashton sta tentando di far capire alle autorità indiane che l'incidente verificatosi va inquadrato "nel contesto della cooperazione internazionale nella lotta contro la pirateria e più particolarmente di dare ulteriore impulso alla discussione in corso, per giungere alla definizione di regole internazionali sulla presenza di personale delle forze armate a bordo di navi mercantili". Il premier e l’Alto rappresentante, conclude la nota, "hanno convenuto di restare in stretto contatto".

Intanto nel Kerala, il sottosegretario agli Esteri, Staffan De Mistura, che sta per rientrare in Italia per aggiornare il governo, oggi ha incontrato di nuovo i due marò. De Mistura è tornato a chiedere alle autorità indiane di far uscire i due marò dal carcere di Poojappura, a Trivandrum, e trasferirli nella "guest house" della polizia di Kollam o comunque in una situazione adeguata al loro status. "I due marò sono in carcere e abbiamo chiesto loro che siano spostati: ci sono leggi internazionali in tal senso e, poichè sono militari dell’esercito italiano, hanno determinati diritti", ha detto de Mistura; il quale poi ha ribadito che i due militari debbono essere giudicati in Italia: "Quelle stesse leggi internazionali sarebbero applicabili agli uomini della difesa indiana, se si trovassero in una situazione simile in Italia: se accadesse una cosa simile nel nostro Paese i due indiani tornerebbero subito a casa, non sarebbero giudicati nel nostro Paese".

La prova regina

In attesa della decisione della Corte del Kerala sulla giurisdizione del caso e dei risultati della "prova regina", il test balistico, non c'è alcuna conferma sul fatto che il proiettile recuperato dal cadavere di uno dei due pescatori uccisi sarebbe compatibile con il calibro 5,56 usato dai militari della Nato.

Terzi: "L'armatore autorizzò l'ingresso nel porto"

Parlando al Senato, il ministro degli Esteri ha poi ricordato che il governo sta facendo il massimo per risolvere la questione e che "ha sempre improntato il suo impegno alla collegialità". Il lavoro svolto in India dal team del sottosegretario agli Esteri Staffan De Mistura, inoltre, è "di grande efficacia". Per quanto riguarda la dinamica, invece, Giulio Terzi sottolinea come a far entrare la Enrica Lexie in acque indiane - grazie a un "sotterfugio della polizia locale" - sia stata la compagnia armatrice che ha accolto la richiesta delle autorità, "autorizzando a deviare la rotta". Persino la Marina non si oppose "in ragione di una ravvisata esigenza di cooperazione antipirateria con le autorità indiane".

I militari poi scesero dalla nave "nonostante una opposizione ferma delle nostre autorità diplomatiche e militari presenti in quel momento", ha aggiunto il ministro, che non aveva "titolo nè l’autorità per modificare la decisione del comandante".

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