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Marijuana, il reportage e le allucinazioni della giornalista Usa

Un'editorialista del Times ha raccontato la sua esperienza, negativa, nel Colorado della liberalizzazione

Maureen Dowd, premio Pulitzer ed editorialista del New York Times, ha raccontato in un pezzo d'opinione pubblicato dal quotidiano alcuni giorni fa, la sua esperienza con le droghe leggere, per raccontare cos'è cambiato dalla legalizzazione della vendita di marijuana per uso ricreativo in Colorado.

In tre mesi lo Stato ha visto nascere un giro d'affari da 13 milioni di dollari, che la giornalista del New York Times ha voluto raccontare immergendosi in profondità nella realtà e provando su di sè gli effetti di una barretta di cioccolato ed erba. Il risultato non è stato quello che ci aspetterebbe.

"Ho sentito un fremito di paura attraversarmi il corpo e il cervello, ho raggiunto a fatica il letto, dove sono rimasta in uno stato di allucinazione per le successive 8 ore". E ancora: "Mentre la mia paranoia cresceva, mi sono convinta che ero morta e nessuno me lo aveva detto".

Soltanto il giorno successivo, la giornalista, parlando col consulente medico di una fabbrica che produce dolci alla cannabis, ha scoperto che la barretta che aveva ingerito andrebbe mangiata divisa in sedici porzioni. Un avvertimento che però - ha scritto - sulla confezione non c'era.

L'esperienza personale è servita alla giornalista per far notare come gli ospedali del Colorado stiano curando un numero crescente di persone che non si sentono bene a causa del consumo di dosi potenti di prodotti alla marijuana. Una denuncia che la stampa americana ha accolto con reazioni contrastanti.

Il Washington Post ha accolto la critica della Dowd e scritto che si deve trovare un modo per regolamentare con più precisione il consumo di marijuana, così come già si fa per gli alcolici. Altri, come Politico, hanno ironizzato sull'esperienza, sminuendo la portata del reportage. 

The Cannabist, giornale online specializzato nelle tematiche legate alla droga leggera, ha invece accusato la giornalista del Times di essere stata poco corretta. La Dowd, ha scritto un giornalista della testata, era stata informata nei dettagli dei rischi legati al consumo di cannabis dal fondatore di un'agenzia turistica "specializzata", in un tour dei locali di Denver.

Ma nell'articolo di questo non ha scritto.

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