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Medici cubani in fuga dal Brasile

L'Avana trattiene i tre quarti dello stipendio dei «volontari» inviati nel Paese sudamericano e loro fuggono a decine negli USA

Medici cubani in fuga dal Brasile

Sarebbe un classico della propaganda sulla «fratellanza socialista», ma come sempre in questi casi c'è il trucco, e la bella storia si ammoscia miseramente.

Il regime castrista cubano ha stretto da tempo un accordo con il Brasile guidato da Dilma Rousseff, erede di quel Lula Da Silva che di Fidel e compagnia è un ammiratore scoperto: siccome in Brasile c'è scarsità di medici, specialmente nelle regioni più disagiate, Cuba volentieri viene in soccorso spedendo sul posto un fraterno aiuto socialista sotto forma di medici in carne ed ossa.

Si chiama programma «Mais Medicos», e non è esattamente gratuito: ai camici bianchi cubani, espressione dell'eccellenza scientifica di cui Cuba va molto fiera, viene riconosciuto in Brasile uno stipendio di circa 4.000 dollari americani al mese. Un lusso che in patria quei medici non si possono neppure immaginare. Peccato che a Cuba viga il vecchio concetto comunista secondo cui «lo Stato ti fa studiare e tu devi tutto allo Stato».

Ergo, ai medici cubani che lavorano in Brasile vengono trattenuti 3.000 di quei 4.000 dollari, il che irrita non poco i medici stessi. Tanto che sarebbero già 27 quelli che hanno abbandonato il loro posto (5 solo negli ultimi giorni) e colto l'occasione per salutare il Brasile e Cuba in un colpo solo. E dove se ne sono andati? Ma negli Stati Uniti, naturalmente.

It's the economy, stupid.

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