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Non ci credo, ma è vero I catastrofisti alla riscossa

Le dimissioni del Papa, gli arresti dei banchieri e infine la pioggia di meteoriti. Una serie di eventi eccezionali ci ha sommersi. E adesso anche gli scettici...

«Quando ci sono le elezioni l'Italia si blocca», ha detto Crozza a Sanremo, «quando c'è Sanremo l'Italia si blocca, e come non bastasse è pure nevicato». Figurarsi come tutto si blocchi quando un Papa abdica.
Siamo sommersi e infranti da un'ondata di eventi eccezionali che, per accumulazione, sembrano eccezionali anche quando eccezionali non sono affatto. Non è per niente inusuale, infatti, che dei banchieri intrallazzino con soldi non loro, allo scopo di metterli nelle proprie tasche (singolare è, piuttosto, che vengano scoperti). Non è strano neppure che, sotto elezioni, i magistrati procedano a frenesie di arresti, non si sa se di colpevoli o innocenti, si vedrà dopo: l'importante è arrestare.

Insomma, a ben vedere, di eccezionale non è accaduto proprio niente, se non la rinuncia del Papa. Si tratta, però, di un fatto così clamoroso da aumentare le aspettative di altre meraviglie. Per esempio, è aumentata a dismisura l'attesa di un Papa nero, e già si immagina il suo incontro con Obama, a riscattare secoli di soprusi. Nessuno si spinge a immaginare un Papa donna (accadrà, oh sì che accadrà, tra pochissimi secoli) ma intanto io – nel mio piccolo – stanotte ho provveduto a sognare il nuovo Papa mentre si affaccia per la prima volta su piazza San Pietro. Era di spalle e non so chi fosse e che colore avesse, ma di certo ha detto chiaro e forte di chiamarsi Paolo VII.

L'attesa di grandi eventi incombe su di noi, dunque, confermata dalla raffica di meteoriti che ci ha colpiti qualche ora prima del passaggio vicinissimo di un pacifico asteroide grande come due campi da tennis. La meccanica celeste dice che non ci colpirà. Ma se ci colpisse? O meglio, per chi legge: non ci ha colpiti, ma un altro potrebbe colpirci. Guardatelo, lì, il buco che un meteorite ha fatto nel ghiaccio russo, insieme a tanto rumore da spezzare vetri tali e tanti da ferire più di mille persone. E non sarà un caso che, quasi in contemporanea, un altro meteorite si sia infranto nell'atmosfera cubana, come a Cuba si infransero i sogni sovietici di Chruscev. Sarà l'ennesimo complotto yankee? «È un segnale per Putin: dopo il Papa, deve dimettersi», hanno commentato i più fantasiosi, mentre per il leader nazionalista Vladimir Zhirinovski non si tratta di meteoriti, ma del collaudo di una nuova arma degli americani.
La maggior parte dei paurosi, più modestamente, ricomincia a temere una fine del mondo in ritardo sul calendario Maya. Era così suggestiva quella storia del 21 dicembre 2012, così ci sono rimasti male a vedere che non succedeva nulla, e sono tutti lì pronti a credere che – sì – i Maya si saranno sbagliati di un paio di mesi, però avevano ragione. Ho sentito con le mie orecchie un tipo, al bar, giurare che la fine del mondo ci sarà il 28 febbraio alle 20, e che per questo il Ratzinger (che lo sa, oh sì che lo sa) si è dimesso per quell'ora, non voleva mica essere il Papa dell'apocalisse. Permane il dubbio se a Benedetto XVI la soffiata sia venuta dai Maya o dallo Spirito Santo (qualcuno sta già indagando su uno Spirito Santo Maya), ma fra un dettaglio e l'altro l'apocalisse incombe su di noi.

Alcuni sono incerti sui due corni del dilemma: «Non è vero ma ci credo» e «non ci credo ma è vero». Personalmente, nel dubbio, stasera avevo in programma di uscire, ma resterò a casa. Non voglio mica perdermi la diretta televisiva della fine del mondo da Sanremo.
Sarà triste, cari lettori, addio, è stato bello. Ma cerchiamo di vedere anche il lato positivo: niente più delusioni.
www.

giordanobrunoguerri.it

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