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Ondata di spam rallenta il web: è il più grande attacco di sempre

Rete congestionata da messaggi indesiderati: disguidi per milioni di internauti. Alla base lo scontro tra un gruppo anti spam e un provider olandese

Ondata di spam rallenta il web: è il più grande attacco di sempre

Uno dei più grandi attacchi al web della storia sta mettendo in seria difficoltà la rete, congestionata come non mai da una vera e propria invasione di spam. Alla base dei disguidi per milioni di internauti c’è lo scontro tra un gruppo che si occupa di combattere gli spam e un provider olandese.

Secondo quanto denuncia Cloudflare, un’azienda della Silicon Valley che si occupa di sicurezza in Internet, a scatenare il più grande attacco al web di tutti i tempi sarebbe stato qualche settimana fa Cyberbunker, un server olandese che dalla sua sede in un bunker fatto costruire nel 1955 dalla Nato fornisce ospitalità a siti di tutti tipi. Tranne, ci tengono a far sapere, a quelli legati "alla pornopedofilia e al terrorismo". Cyberbunker è entrato a far parte di recente della blacklist di Spamhaus, ong anti spam che ha base a Londra e a Ginevra e della cui consulenza si serve anche la Bbc per impedire che le migliaia di spam ingolfino il traffico normale della rete. Da quel momento, in rete si è scatenata una guerra mondiale giocata con armi di distruzione di massa su cui stanno indagando le polizie di cinque Stati.

Cyberbunker ha iniziato a inondare i server di Spamhaus con migliaia di "Distributed denial of service", ovvero risposte a richieste false inviate dal sito che si vuole mettere in condizione di non più operare. "Si tratta di qualcosa di simile alle bombe nucleari", ha spiegato l'amministratore delegato di Cloudflare, Matthew Prince, al Sydney Morning Herald. Cyberbunker, affermano a Spamhaus, ha trovato l’appoggio di "bande criminali" in Russia e in Europa orientale per condurre l’assalto che potenzialmente potrebbe arrivare a mettere in ginocchio anche banche e gli apparati dei governi attraverso il server Netflix, del quale si servono diverse strutture istituzionali. "Abbiamo avuto picchi di 300 gigabit al secondo - ha spiegato l'amministratore delegato di Spamhaus, Steve Linford - quando nel caso di attacchi alle banche siamo stati appena sui 50 gigabit al secondo. Se oggi decidessero di mettere le mirino Downing Street, un flusso del genere potrebbe tagliarla completamente fuori dalla rete". In soccorso di Spamhaus sono arrivati giganti del web, come Google, che hanno messo a disposizione le proprie risorse per "assorbire tutto il traffico".

"Immaginate un’autostrada e qualcuno che vi spinga dentro tante, troppe auto - ha spiegato alla Bbc Alan Woodward, esperto di Cybersicurezza all’università del Survey - fino a ostruirla del tutto".

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