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Ora è certo: la Pussy Riot Nadia trasferita in un carcere in Siberia

L'attivista è stata trasferita senza che la famiglia fosse informata. Trascorrerà gli ultimi mesi di pena in una struttura vicino a Krasnojarsk

Ora è certo: la Pussy Riot Nadia trasferita in un carcere in Siberia

Dopo tre settimane dalla "sparizione" di Nadia Tolokonnikova, una delle due Pussy Riot condannate in Russia per un'esibizione blasfema nella cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca, le autorità hanno reso noto che la donna è stata trasferita in una struttura ospitaliera-penitenziaria nell'area di Krasnojarsk, in Siberia.

La conferma è arrivata dieci giorni dopo la denuncia del marito della Tolokonnikova, l'attivista Pyotr Verzilov, che sui social network aveva spiegato di non sapere più nulla di lei da due settimane.

Precedentemente in un carcere in Mordovia, la donna - cantante della band punk - è stata trasferita (foto) senza che la famiglia lo venisse a sapere. Per legge - ricorda la Cnn - le autorità sono tenute a informare i parenti dei detenuti entro dieci giorni dall'arrivo nella nuova struttura.

Il marito della Tolokonnikova ha detto all'emittente all-news statunitense di essere riuscito a parlare con la moglie, che dopo il trasferimento è stata visitata in ospedale. Nadia è stata trovata dai medici in buona salute. Nel carcere mordavo aveva iniziato uno sciopero della fame per protestare contro le condizioni di prigionia in Russia. In una lettera aveva denunciato soprusi e violazioni dei diritti della popolazione carceraria.

Alla cantante della band punk restano da scontare meno di sei mesi, dei due anni di condanna. La donna potrebbe trascorrere il periodo lavorando "nella brigata di manutenzione" dell'Ospedale regionale per la tubercolosi, "responsabile per il lavaggio dei pavimenti, distribuzione di cibo e verdure".

Nei prossimi giorni la Tolokonnikova dovrebbe riuscire a incontrare il marito, che si trova già in Siberia e i suoi avvocati, con i quali discutere di possibili azioni legali contro il sistema penitenziario russo. È già in corso un'inchiesta contro Yury Kupriyanov, vice capo della Colonia 14, dove l'attivista era incarcerata in Mordavia.

L'uomo avrebbe minacciato di ucciderla.

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