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Par condicio alla francese per imbavagliare Sarkò

LIMITI Le nuove regole Tv stabilite dall’authority finiscono per favorire il Partito socialista

Par condicio alla francese per imbavagliare Sarkò

ParigiIl presidente francese Nicolas Sarkozy sorride compiaciuto nell’accogliere i corridori all’arrivo della tappa alpina del Tour, ma questa immagine non sarà scontata dal tempo di presenza televisiva ormai destinato a diventare ferreo sugli schermi transalpini. Ieri, infatti, il Consiglio superiore dell’audiovisivo (Csa, la suprema autorità francese in materia di telecomunicazioni) ha stabilito che l’opposizione politica deve poter disporre di una presenza televisiva proporzionale a quella del governo e del capo dello Stato.
Sono stati i socialisti, attualmente all’opposizione, a presentare all’inizio di quest’anno un ricorso al Consiglio di Stato, accusando il presidente Sarkozy di essere affetto da «bulimia televisiva». Il Consiglio di Stato ha dato sostanzialmente ragione alle critiche degli avversari dell’Eliseo, trasmettendo poi il dossier al Csa, incaricato di precisare le nuove norme sul terreno della presenza tv da parte dei partiti politici e delle autorità istituzionali. I «nove saggi» del Csa (nominati in parti uguali dal presidente della Repubblica e da quelli dei due rami del Parlamento) hanno comunicato ieri la propria decisione: i partiti dell’opposizione parlamentare devono disporre di un tempo televisivo pari ad almeno la metà di quello cumulato dal capo dello Stato e dalle forze che sostengono il governo.
In pratica la «par condicio alla francese» è imperniata sull’idea dei «tre terzi» di tempo televisivo. Il capo dello Stato può disporre di una presenza anche ampia sugli schermi delle reti pubbliche e private, ma l’opposizione deve potergli replicare in modo adeguato. I «tre terzi» sono appunto quelli a disposizione dell’Eliseo, delle forze di governo e dei partiti d’opposizione.
Finora il presidente Sarkozy aveva insistito su un punto ben preciso: le sue apparizioni televisive, avvenendo nella veste di rappresentante dell’intera comunità nazionale, non potevano esser considerate come un atto politicamente «partigiano». I «nove saggi» del Csa hanno fatto una distinzione a questo riguardo. Quando il presidente interviene alla tv in una veste istituzionale, il suo tempo di parola è considerato «super partes» e non deve dar luogo a un particolare diritto di replica da parte degli avversari politici. Ciò può accadere, ad esempio, in occasione di un discorso di Sarkozy in veste di presidente di turno dell’Unione europea.
Quando però il capo dello Stato si presenta di fronte alle telecamere per rispondere alle domande di due o tre giornalisti, accuratamente selezionati dai servizi di comunicazione dell’Eliseo, allora è normale che le stesse reti televisive ospitino la replica di esponenti dell’opposizione.
Qui, però, si pone un problema. Solo una parte dei partiti d’opposizione sono rappresentati nell’attuale Parlamento francese. L’estrema destra del Front National di Jean-Marie Le Pen e l’estrema sinistra trotzkista (che dispongono ciascuna di un non trascurabile seguito elettorale) sono assenti sia dal Senato sia dall’Assemblea nazionale.

Di conseguenza, secondo la scelta compiuta ieri dal Csa, queste formazioni politiche non potranno beneficiare della «par condicio alla francese», che andrà invece a vantaggio soprattutto del Partito socialista.

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