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Afghanistan, preso il killer del capitano La Rosa

Ha ucciso l'ufficiale dei bersaglieri gettando una granata nel Lince

Afghanistan, preso il killer del capitano La Rosa

L'attentatore talebano che ha ucciso il capitano Giuseppe La Rosa è stato preso. E il Giornale pubblica la sua foto da giovanotto di 20 anni con baffetti e barbetta appena accennata, non certo lo stereotipo del tagliagole talebano. Uno dei rari casi di arresto, ma difficilmente riusciremo a processarlo non essendo in vigore alcun trattato di estradizione con l'Afghanistan. L'ufficiale dei bersaglieri caduto a Farah si è comportato da valoroso «sacrificando la propria vita per salvare quella dei compagni». Lo ha detto ieri alla Camera il ministro della Difesa, Mario Mauro, davanti ad appena 70-80 deputati su 630. Non solo: in Afghanistan ci resteremo anche dopo il 2014 con un missione di addestramento. Secondo fonti del Giornale ci vorranno almeno 800 uomini.

Wakil Ahmad è il giovane talebano che sabato scorso ha lanciato la bomba a mano dentro il blindato del capitano La Rosa. Ieri un altro convoglio italiano nei pressi di Farah, la zona dell'Afghanistan occidentale dove è avvenuto il primo attacco, si è beccato una granata per fortuna esplosa all'esterno del mezzo. Poco dopo le forze di sicurezza afghane hanno arrestato l'attentatore. Il ministro Mauro ha rivelato che si tratta di Wakil, orfano in una famiglia di quattro fratelli. L'inchiesta dovrà provarlo, ma ha reso «piena confessione assumendosi tutta la responsabilità» dei due attacchi agli italiani. Barbetta islamica da ventenne, tunica afghana marrone sarebbe stato riconosciuto dai due bersaglieri sopravissuti all'esplosione della bomba a mano dentro il Lince, che ha ucciso La Rosa. Le testimonianze sono in mano al pubblico ministero Francesco Scavo della procura di Roma.

La magistratura italiana apre automaticamente un fascicolo sugli attacchi in Afghanistan, come se fossero atti di terrorismo degli anni settanta firmati Brigate rosse. Peccato che stiamo parlando di guerriglia in un conflitto non dichiarato. Gran parte degli alleati Nato applicano le leggi di guerra mentre per gli italiani vige il codice militare di pace. Solo in un'altra occasione è stato catturato un presunto attentatore talebano, ma dopo un po' di tempo.

Anche in questo caso con un arresto poche ore dopo, pur riuscendo a ottenere informazioni dagli afghani, sarà molto difficile processare l'attentatore. Nonostante il nostro paese sia impegnato da anni nella difficile ricostruzione della giustizia locale. Il primo ostacolo è che l'Afghanistan ha la pena di morte e i trattati di estradizione si appoggiano sulla reciprocità. Noi non potremmo mai estradare un ricercato in Afghanistan dove c'è il patibolo.

Alla Camera il ministro della Difesa ha descritto la «trappola» in cui era finito il convoglio di La Rosa. La storiella talebana del terrorista bambino di 11 anni è stata «un'azione di vera e propria guerra psicologica - secondo Mauro - per far percepire quasi un atto eroico e di partecipazione popolare».

Due fuoristrada avevano bloccato la colonna davanti e dietro. L'attentatore, che stava parlando con un poliziotto per non destare sospetti, è salito sul blindato, come aveva scritto il Giornale, gettando la bomba a mano nella botola sopra il Lince. La Rosa ha gridato per tre volte «granata» e «valutata l'inutilità di evacuare il mezzo, si interponeva fra l'ordigno e i commilitoni per ridurre gli effetti dell'esplosione». In pratica ha salvato gli altri tre militari che sono rimasti feriti, ma non gravemente. Per quest'atto Roberto Capelli, deputato del Centro democratico, ha chiesto che all'ufficiale venga assegnata la medaglia d'oro al valor militare.

Sui banchi della Camera c'erano solo 70-80 deputati su 630. Una vergognosa tristezza solo in parte attenuata dalla scusante del contemporaneo lavoro delle Commissioni. Il problema era stato fatto presente dal Pdl, ma la presidente della Camera, Laura Boldrini, ha accolto la richiesta di alcuni capogruppo di riferire in aula sull'attacco di sabato. Il risultato è stata «la profonda amarezza» espressa dal ministro della Difesa «per la Camera vuota».

Mauro ha pure confermato che resteremo in Afghanistan dopo il ritiro del grosso delle truppe a fine 2014. La nuova missione si chiamerà Resolute support e sarà formata da istruttori e consiglieri delle forze di sicurezza afghane, che sosterremo con 360 milioni di euro.

Secondo fonti del Giornale fra addestratori, forze di pronto intervento, elicotteri e droni rimarranno a Camp Arena, il quartier general italiano ad Herat, almeno 800 uomini per 3-4 anni.

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