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Quei ricchi cinesi che amano i paradisi fiscali

Sarebbero coinvolte anche personalità politiche di alto rilievo

Quei ricchi cinesi che amano i paradisi fiscali

I paradisi fiscali piacciono anche ai miliardari cinesi. Circa 22mila persone originarie di Cina e Hong Kong sarebbero legate a compagnie che hanno base nei paradisi fiscali, soprattutto nelle isole Vergini britanniche. La notizia è stata diffusa dall'ICIJ, il consorzio indipendente dei giornalisti d'inchiesta con sede a Washington, che ha spulciato 2,5 milioni di dossier confidenziali. Gli ingenti patrimoni sarebbero stati occultati grazia anche alle operazioni di Ubs e Credit Suisse.

Tra i clienti vip vi sarebbero ricchi uomini d’affari tra cui Yang Huiyan (una delle donne cinesi più facoltose), Pony Ma e Zhang Zhidong (fondatori del colosso internet Tencent), i membri dell'élite politica di Pechino, tra cui alcuni componenti dell'Assemblea nazionale del popolo. Sarebbero coinvolte anche alcune persone vicine all'ex presidente Hu Jintao, all'ex primo ministro Li Peng, e a Deng Xiaoping, l'uomo che ha dato vita al nuovo corso dell'economia cinese. Ma si parla anche di persone vicine al capo di stato Xi Jinping (il cognato) e a Wen Jiabao (il genero), primo ministro dal 2003 al 2013. Credit Suisse nel 2006 avrebbe supervisionato la creazione di una società riconducibile ad un figlio di Wen Jiabao (la notizia del coinvolgimento dell'ex premier era uscita nell'ottobre 2012). Quest'ultimo, in una lettera pubblicata a Hong Kong alcuni giorni fa, ha proclamato la propria "innocenza".

E Pechino censura i siti internet

Le autorità cinesi hanno bloccato i siti di Le Monde, The Guardian, Sueddeutsche Zeitung ed El Pais che hanno dato spazio e collaborato all’inchiesta realizzata dal Consorzio Internazionale dei giornalisti investigativi (Icij). Già in passato il governo di Pechino aveva censurato i siti web del New York Times e di Bloomberg, quando avevano pubblicato la notizia di colossali beni occultati da parenti dell’allora premier cinese Wen Jiabao.

El Pais, nel riportare la notizia, precisa di disporre delle prove documentate di tutti i dati pubblicati.

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