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Rivolta sui social network «Di Paola vada a casa»

Il capo di stato maggiore della Marina, ammiraglio Giuseppe De Giorgi, ieri sì è recato a Brindisi alla caserma Carlotto del reggimento San Marco, dove i commilitoni di Latorre e Girone sono di umore nero. «Ma proprio l'incazzatura ci farà reagire in positivo impegnandoci ancora di più», spiega uno di loro. L'ammiraglio De Giorgi ha ribadito «il coraggio dell'obbedienza, nel momento più difficile, guardando all'interesse dell'Italia» dimostrato dai due marò rientrando in India senza fiatare. All'aeroporto militare di Grottaglie a Taranto ha incontrato i familiari di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. In un pugnace comunicato della Marina militare di domenica scorsa, De Giorgi aveva ribadito che «sosterremo incondizionatamente i nostri Fucilieri e le loro famiglie» concludendo con il motto del San Marco «Per mare per terram».
Però la rabbia dei militari non è sopita e sui social network si indirizza contro lo stesso ministro della Difesa, Gianpaolo di Paola, chiedendo dimissioni in massa di tutti i vertici. Qualcuno difende l'operato del ministro sostenendo che «si è battuto con forza e coraggio» per cercare di evitare la Caporetto indiana. E aggiunge: «Aspetta martedì e vedrai!» riferendosi all'intervento di oggi in Parlamento sul caso marò. Circola voce che anche il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, potrebbe togliersi dei sassolini dalle scarpe.
Ieri l'ex generale Silvio Mazzaroli, che era stato richiamato dal Kosovo per aver denunciato come l'Italia sia incapace di sfruttare le missioni all'estero per partecipare alla ricostruzione, ha puntato il dito contro i consiglieri militari delle alte sfere. «Al Presidente della Repubblica e a quello del Consiglio sono affiancati due Generali, investiti del massimo grado - ha scritto in una lettera aperta l'ex ufficiale degli alpini -. O hanno dato consigli sbagliati o dei loro consigli non è stato tenuto il benché minimo conto.

In entrambi i casi, un'ottima ragione per presentare le proprie dimissioni».

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