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Russia: condannato Navalny, l'avvocato-blogger anti Putin

Cinque anni per frode e appropriazione indebita all'uomo che da anni si batte contro Putin. Ammanettato in aula e portato via. L'Ue preoccupata

Russia: condannato Navalny, l'avvocato-blogger anti Putin

Il noto avvocato-blogger russo Alexei Navalny è stato condannato a cinque di carcere per frode e appropriazione indebita. La pubblica accusa aveva chiesto sei anni. L'uomo è stato ammanettato e preso in custodia in aula dalla polizia, nel tribunale di Kirov, 900 km a nordest di Mosca. Ieri, a sorpresa, la commissione elettorale aveva ammesso la sua candidatura a sindaco della capitale russa proposta da un vasto fronte dell’opposizione.

Considerato uno dei forti oppositori di Vladimir Putin, fu molto attivo durante le proteste di piazza a seguito delle elezioni legislative del dicembre 2012 (accusa di brogli). Il New York Times lo descrisse come "l’uomo maggiormente responsabile della straordinaria fiammata di attivismo antigovernativo". Tanto attivismo ovviamente non passò. Navalny finì in carcere. Una volta uscito dalla prigione il blogger ha continuato a battersi contro la corruzione e l'illegalità, con un metodo piuttosto originale: acquistando piccole quote di società controllate dallo Stato, da azionista sfruttava il diritto di fare domande sulla gestione delle stesse. E raccontava tutto sul suo seguitissimo blog.

Dava fastidio Navalny, molto fastidio. E, guarda caso, è stato condannato a 5 anni. Ma per cosa? Secondo l’accusa avrebbe sfruttatto la sua posizione di consulente del governatore della regione russa di Kirov, Nikita Belykh, favorendo la vendita di legname di una ditta a una società gestita da un suo conoscente. Il prezzo, gonfiato, avrebbe fruttato a lui 16 milioni di rubli, circa 375mila euro. Il blogger si è difeso sostenendo che l’accusa era fabbricata a tavolino da Putin, per screditarlo e impedirgli di candidarsi in politica.

"Vergogna! Fascisti! Liberatelo!". Una piccola folla di sostenitori di Navalny ha inscenato una protesta subito dopo la notizia della condanna. In aula i familiari del blogger sono scoppiati a piangere mentre l'uomo veniva portato via in manette. Sul suo account twitter, poco prima della condanna, Navalny aveva scritto: "Non annoiatevi senza di me, e soprattutto non state con le mani in mano: il rospo da solo non salta fuori dal tubo dell’oledotto, bisogna tirarlo fuori".

L’Alto rappresentante Ue per la politica estera e la sicurezza, Catherine Ashton, sottolinea che la condanna di Navalny solleva "seri dubbi sullo stato di diritto in Russia".

Il capo della diplomazia europea si è detta "preoccupata dalla sentenza" e in una nota esprime la speranza che la condanna "sarà rivista in sede di appello".

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