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Sanzioni, minaccia mantenuta. Usa ed Ue colpiscono Mosca

Bloccati i beni all'estero di decine di alte personalità russe e ucraine coinvolte negli avvenimenti che hanno portato alla "secessione illegale" della Crimea

Sanzioni, minaccia mantenuta. Usa ed Ue colpiscono Mosca

New York - Nel giorno della risposta della comunità internazionale all'esito del referendum di domenica in Crimea, le minacce di Stati Uniti e Unione Europea si sono concretizzate in sanzioni contro la Russia. Barack Obama ha parlato ieri. Ha definito ancora una volta illegittimo il voto in Crimea. Il presidente americano ha siglato inoltre un ordine esecutivo, il secondo in due settimane: autorizza il dipartimento del Tesoro a imporre misure economiche nei confronti di personalità molto vicine al governo russo e in Crimea, figure legate all'esercito di Mosca o all'industria militare che, come ha spiegato un funzionario di Washington, sono stati «strateghi» o «architetti» della politica del Cremlino negli eventi ucraini delle settimane passate.

Le autorità americane hanno compilato una lista con undici nomi. Tra i politici e le personalità colpite dalle sanzioni americane ci sono Vladislav Surkov, assistente di Vladimir Putin conosciuto come il «cardinale grigio» per la sua influenza in politica, l'economista e consigliere del presidente russo Sergei Glazyev, il vice premier di Mosca, Dmitry Rogozin, l'ex leader di Kiev, Viktor Yanukovich e Sergey Aksyonov, primo ministro de facto della Crimea. Secondo i funzionari americani, si tratta delle sanzioni più robuste contro la Russia dalla fine della Guerra Fredda. Le nuove misure congelano gli asset all'estero delle personalità colpite, con cui nessuno negli Stati Uniti potrà fare affari.

Nelle stesse ore, ieri Bruxelles ha definito una lista più lunga di individui colpiti da sanzioni europee. Sono 21 i nomi di politici e militari obiettivo di misure economiche e divieto di viaggiare nell'Unione. Alcuni nomi sono gli stessi indicati dagli americani, ma spiccano quelli del comandante della Flotta russa del mar Nero e di diversi distretti militari russi. Sia l'America sia l'Europa hanno minacciato ieri l'estensione delle sanzioni nel caso la Russia dovesse formalizzare l'annessione della Crimea. E i timori sono concreti: il presidente Putin parla oggi al Parlamento e non si esclude che possa formalizzare la secessione della Crimea dall'Ucraina. Il leader americano Obama ha ricordato che sono pronte altre sanzioni.
La Russia ha subito reagito alle notizie in arrivo da Washington e Bruxelles minimizzando. Il vice primo ministro Rogozin, lui stesso colpito dalle misure economiche americane, ha dichiarato che le sanzioni non danneggiano personalità senza asset all'estero e sono «una burla».

Lo sforzo diplomatico per isolare la Russia e colpire economicamente la sua leadership è coordinato nel dettaglio tra Bruxelles e Washington, hanno assicurato i funzionari dell'Amministrazione Obama. Ieri Angela Merkel ha detto che per il G8 di Sochi «tutto dipenderà dagli sviluppi della situazione in Crimea». Dopo il tentativo di un viaggio dell'ultima ora del segretario di Stato John Kerry a Londra, dove alla vigilia del referendum in Crimea ha incontrato il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, ora tocca al vice presidente americano partire verso Est. Joe Biden è in Europa in queste ore, per una missione volta a rassicurare gli alleati della Nato che si sentono più minacciati. Incontra i leader dei Paesi più preoccupati, Polonia, Lituania, Estonia e Lettonia, governo che ieri ha chiesto all'Ue di pensare a compensi per le nazioni danneggiate dalle sanzioni (secondo il suo premier, Riga rischia perdite per 25 miliardi di euro).

Obama sarà in Europa la settimana prossima, per un viaggio che era già in programma ma che oggi, in seguito agli eventi in Crimea, acquista uno scopo e un senso diversi.
Twitter: @rollascolari

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