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La sharia non perdona: pena di morte al principe

Accade in Arabia saudita. Nonostante il sangue blu, un membro della famiglia reale rischia per l'omicidio di un connazionale

Nonostante il sangue blu, un principe saudita rischia di incappare nella pena di morte. Il fatto che un membro della famiglia reale saudita finisca sulla forca è un evento assolutamente raro. Ma Arab News -quotidiano lingua inglese- che non fa il nome del principe né della vittima - ha scritto che un membro altolocato del governo e della famiglia reale, il principe Salman, «ha spianato la strada alla possibile esecuzione del principe, condannato per l'assassinio di un cittadino saudita». In un messaggio inviato al ministro dell'Interno, principe Mohammed bin Nayef, il principe Salman ha aggiunto: «La "sharia" deve essere applicata a tutti, senza eccezioni». Il messaggio del principe Salman segue una dichiarazione del padre della vittima che non ha voluto perdonare l'assassino né accettare l'importo offerto come "prezzo del sangue", il risarcimento in denaro. Le famiglie delle vittime di omicidio, nell'iper-conservatore regno wahabita, sono incoraggiate dalle autorità ad accettare il "prezzo del sangue", senza insistere per la pena capitale.

«Non c'è differenza tra ricchi e poveri, fra grandi e piccoli: nessuno è autorizzato a interferire con le decisioni della magistratura», ha aggiunto Salman.

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