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Lo shutdown lascia a casa anche quattro premi Nobel

Obama gioca la carta del prestigio per scuotere i repubblicani: perfino gli scienziati migliori costretti al congedo forzato. Il tempo stringe, qualche segnale di ottimismo

Lo shutdown lascia a casa anche quattro premi Nobel

New York - Il governo degli Stati Uniti ha alle proprie dipendenze cinque premi Nobel, quattro dei quali sono però costretti a restare in congedo forzato durante lo shutdown. Il sorprendente numero di vincitori del prestigioso riconoscimento è stato reso noto dall'amministrazione Obama, che nel fine settimana ha tentato l'ennesima mossa per forzare la mano alla controparte repubblicana.
Le trattative continuano serrate e, nelle ultime ore, il leader democratico al Senato, Reid, ha annunciato di aver avuto un incontro «produttivo» con l'omologo repubblicano McConnell: tono e contenuto dei colloqui sono stati tali da farlo essere «ottimista» sulla possibilità di un «esito positivo» sia sull'aumento del tetto del debito sia sulla fine dello shutdown. Un'apertura, dunque, con gli occhi puntati alla reazione odierna della Borsa di Wall Street.
Il peso dei 4 luminari allontanati dalle ricerche potrebbe - nelle intenzioni degli strateghi democratici - essere troppo grande da sostenere persino per i Tea Party, l'ala oltranzista del partito repubblicano. A schierarsi con Obama sono anche i 3 vincitori del Nobel per la medicina di quest'anno, appena annunciato. Senza il sostegno del governo - hanno fatto sapere James Rothman, Randy Shekman e Thomas Suedhof - non sarebbero stati in grado effettuare le ricerche che hanno portato al riconoscimento. L'accordo per porre termine allo stallo non è ancora stato trovato e mentre la scadenza del 17 ottobre si avvicina, con il rischio di dichiarare default, Obama ha deciso di rendere noti gli effetti della serrata sulla ricerca: da quasi due settimane le agenzie governative e i progetti sono bloccati.
Il 98% dei dipendenti della National Science Foundation è in congedo e sono state bloccate le borse di studio per nuovi progetti. Stessa sorte è toccata al National Institute of Health, la principale struttura di ricerca medica del Paese, che ha perso circa il 75% dello staff: la clinica è rimasta aperta per i pazienti già sotto esame, ma la maggior parte dei nuovi arrivi è stata rifiutata. Secondo l'amministrazione, tuttavia, il caso che avrà un impatto maggiore sui cittadini è quello del Center for Disease Control, dove il 66% del personale è in congedo. Le attività, tra cui i vaccini, sono state ridimensionate drasticamente proprio mentre si entra nella stagione dell'influenza. I cinque premi Nobel alle dipendenze del governo, ha spiegato la Casa Bianca, «sono tutti scienziati di fama mondiale e leader nel proprio campo. Quattro sono in congedo e non in grado di condurre le proprie ricerche per conto dei cittadini americani». Due di loro lavorano fra le montagne di Boulder, all'Università del Colorado. Eric Cornell, Nobel per la fisica nel 2001, è un ricercatore del Jila, uno dei principali laboratori di fisica. «Sono molto triste per questa situazione», ha spiegato a Daily Camera, quotidiano locale. «Non possiamo lavorare». Il Jila è un istituto congiunto creato dal locale ateneo e dal National Institute of Standards and Technology, che ha 325 dipendenti federali e fondi che arrivano, per il 45%, dal dipartimento alla Difesa. Fra i ricercatori del Nist c'è anche David Wineland, premio Nobel nel 2012. «Il governo ci può impedire di lavorare ai nostri esperimenti, ma non di pensare e sognare nuove idee», ha puntualizzato.
Dodici mesi fa Wineland riceveva il Nobel per la fisica. Ieri, quando il Giornale ha provato a contattarlo, la sua email aveva una replica automatica.

«A causa dello shutdown del governo, potrei non essere in grado di leggere la mia email del Nist sino alla fine della serrata».

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