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Starbucks scrive ai clienti: "Per piacere, lasciate le armi a casa"

La compagnia sui principali quotidiani statunitensi. "Non usate i nostri negozi per scopi politici"

Starbucks scrive ai clienti: "Per piacere, lasciate le armi a casa"

Per favore, le armi lasciatele a casa. Ridotto all'osso è questo il contenuto di una lettera che i piani alti della catena Starbucks hanno indirizzato ai loro clienti, pubblicandone il testo sui principali quotidiani statunitensi, dal New York TimesUsa Today.

A firmare il messaggio è Howard Schultz, il preoccupato CEO della compagnia. Spinto da una recente campagna (lo Starbucks Appreciation Day) organizzata da chi sostiene il diritto di girare - e dunque anche gustarsi il proprio caffè mattutino - con la propria arma al fianco, l'amministratore della catena di caffè ha sentito la necessità di rivolgersi ai propri clienti, per tutelare chi, invece, con troppe pistole nei paraggi non si sente troppo sicuro.

L'iniziativa che preoccupa Schultz chiedeva a quelli che negli Stati Uniti si chiamano "gun-carriers", i portatori di armi, 24 ore di mobilitazione - il 9 agosto - durante le quali mostrare il proprio sostegno a Starbucks, portando le proprie pistole nei caffè. Un modo - secondo gli organizzatori - per rendere omaggio alla politica della catena, che permette a chi normalmente gira armato, negli Stati in cui la legge lo consente, di entrare senza problemi con la fondina al fianco.

Un approccio - si legge nella lettera pubblicata oggi dai quotidiani statunitensi - "scelto perché crediamo che i nostri partner non dovrebbero trovarsi nella difficile posizione di dover chiedere ai clienti di entrare disarmati o lasciare il negozio". Compito che dovrebbe spettare "a governo e ufficiali di polizia, non a Starbucks". 

Schultz spiega che la politica della compagnia non può convivere con l'utilizzo dei "negozi come spazio politico per eventi che erroneamente ritraggono Starbucks come campione dell''open carry'", il diritto di portare armi. Né dover rispondere alle accuse dei sostenitori della tesi avversa, spesso scaturite in diverbi con clienti e partner commerciali.

Non è una messa al bando - conclude il CEO della compagnia - ma una gentile richiesta: per piacere, venite disarmati.

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