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La sudanese Meriam arrestata di nuovo a un giorno dall'assoluzione

Accusata di apostasia e adulterio, rischia l'impiccagione. È stata fermata in aeroporto con il marito

La sudanese Meriam arrestata di nuovo a un giorno dall'assoluzione

La 27enne Meriam Ibrahim, condannata a morte per apostasia in Sudan e liberata ieri, dopo che la Corte d'Appello ha ribaltato la sentenza a suo carico, è di nuovo in stato d'arresto.

La donna è stata fermata all'aeroporto di Khartoum, mentre cercava di prendere un aereo insieme al marito Daniel Wani, un cittadino sud-sudanese con passaporto americano e si trova ora in un ufficio delle autorità. A dare la notizia Antonella Napoli, dell'associazione Italians for Darfur, in contatto con il legale che ha seguito il caso. La stessa Napoli, in un tweet, ha assicurato che la donna sarà rilasciata a breve.

Meriam era stata condannata all'impiccagione da un tribunale di Khartoum. Cristiana, ma figlia di un musulmano, è stata accusata di avere abbandonato la sua religione e di "adulterio", perché il suo matrimonio non è ritenuto valido dalla sharia, che impedisce, dove applicata rigorosamente, un matrimonio tra una donna "musulmana" - o in questo caso considerata tale - e un uomo di un'altra religione.

Un tribunale sudanese aveva emesso la sentenza dopo averle dato tre giorni per abiurare. La donna, che aveva rifiutato, era finita in carcere insieme al figlio di quasi due anni.

Nell'ospedale della prigione aveva poi partorito una femmina, Maya.

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