Mondo

Turchia, arrestate 9 persone per l'attentato a Reyhanli: tutti turchi

Le autorità di Ankara puntano il dito contro Assad. Un lavoro d'intelligence? Secca smentita di Damasco

Turchia, arrestate 9 persone per l'attentato a Reyhanli: tutti turchi

Il computo delle vittime è fermo da ieri, tra i 36 e i 40 morti. Il duplice attacco bomba che ha scosso Reyhanli, villaggio turco nella regione di Hatay, a pochissima distanza dalla Siria, ha ucciso una quarantina di persone e ne ha ferite circa cento, distruggendo il municipio e gli uffici postali.

Già ieri il ministro degli Interni turco, Muammer Guler, aveva definito i fatti un attentato. Il ministro degli Esteri, Ahmet Davutoglu, aveva rimarcato lo strano tempismo dell'attacco. Il premier Erdogan aveva puntato il dito contro la vicina siria di Assad, non escludendo inizialmente una responsabilità dei curdi, che in questo periodo stanno lasciando il territorio turco per l'Iraq, dopo la pace siglata con Ocalan.

Nella zona di Reyhanli si trovano molti rifugiati che hanno lasciato la Siria a causa degli scontri che si protraggono ormai da oltre due anni. Subito dopo gli scontri - secondo i media locali - le auto dei siriani sono state prese d'assalto e gli stessi profughi hanno rischiato di diventare oggetto della rabbia dei cittadini.

A placare gli animi, alzando il tiro, ci ha pensato oggi il ministro Davutoglu, che ha accusato di "crimini contro l'umanità" chi incolpa dei fatti i rifugiati e "l'atteggiamento turco" nei confronti di Damasco.

Il vicepremier turco, Beşir Atalay, ha dato la colpa a uomini legati all'intelligence siriana (Mukhabarat) che lavorano in Turchia, accusando il regime di avere architettato tutto per spingere i vicini di casa a un atteggiamento negativo nei confronti dei rifugiati. Il vicepremier Bulent Arinc ha però sottolineato che l'ipotesi si basa solo sulle informazioni raccolte finora. Contro Damasco si è espressa - come prevedibile - anche l'opposizione siriana.

Dalla capitale della Siria è arrivato oggi il commento del ministro dell'Informazione, Omran al-Zohbi, che ha negato categoricamente responsabilità dirette del suo Paese e ha dato la colpa alle azioni di "Erdogan e del suo partito".

Nove persone, tutti cittadini turchi, sono stati identificati e fermati in relazione all'attacco.

Secondo le autorità turche avrebbero confessato il loro coinvolgimento.

Commenti