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Turchia: "Chiederemo i Patriot alla Nato"

Secondo il ministro degli Esteri di Ankara si è vicino allo schieramento di due batterie sul confine. Potrebbero servire alla creazione di una no fly zone

I combattimenti al confine tra Siria e Turchia continuano. E il governo di Ankara, che già aveva accennato alla possibilità di chiedere alla Nato di schierare i missili Patriot sul proprio confine, come strategia di difesa contro il dilagare del conflitto, potrebbe a breve ottenere il via libera.

Una richiesta formale non è ancora stata presentata, come sottolinea il ministro degli Esteri, Ahmet Davutoğlu. Ma le formalità verranno sbrigate "non appena possibile". Ankara spera nell'approvazione di quella che considera "una misura di precauzione specificamente orientata alla difesa" e sottolinea che "un accordo è stato raggiunto con i paesi che forniscono alla Nato i Patriot".

La questione del dispiegamento dei missili era sorta dopo che alcuni colpi di mortai avevano ucciso cinque turchi nella cittadina di Akcakale. Tuttora è difficile dire chi lanciò i proiettili. Potrebbero essere stati tanto i ribelli, quanto le forze leali ad Assad. E non è escluso - secondo il comandante delle forze Usa in Europa - neppure il coinvolgimento dei separatisti curdi del Pkk.

Al momento ad avere i missili Patriot sono soltanto gli Usa e, in Europa, Olanda e Germania. Proprio i paesi dell'Unione potrebbero fornire due batterie. E avrebbero già dato il loro consenso.

Il quotidiano Milliyet mette in evidenza anche la possibilità che i Patior servano a crare una no fly zone di sessanta chilometri.

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