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Usa, Hillary Clinton depone su attacco all'ambasciata di Bengasi

Il Segretario di Stato uscente comparirà alle Commissioni Esteri di Camera e Senato

Usa, Hillary Clinton depone su attacco all'ambasciata di Bengasi

Hillary Clinton, il segretario di Stato uscente della prima amministrazione Obama, compare oggi davanti alle Commissioni Esteri di Camera e Senato, separatamente. Presto sarà sostituita nel suo ruolo da John Kerry. Prima però testimonierà su quanto accaduto a Bengasi l'11 settembre.

Nell'anniversario dell'attacco alle Torri Gemelle un assalto all'ambasciata statunitense in Libia ha ucciso quattro americani. Tra di loro Christopher Stevens, l'ambasciatore di Washington.

La Clinton avrebbe dovuto deporre lo scorso 20 dicembre. La deposizione fu però rimandata dopo una caduta che provocò al Segretario di Stato una commozione cerebrale. Davanti alla Commissione del Senato, presieduta da Bob Mendez, senatore democratico del New Jersey succeduto nel ruolo proprio a John Kerry, ha ribadito di volersi assumere la responsabilità di quanto accaduto.

Il Segretario di Stato ha sottolineato anche la pericolosità derivante dall'instabilità del Mali, inserendo l'attacco a Bengasi nel solco di una serie di squilibri regionali. Ha negato che ci siano stati "ritardi nel prendere decisioni" a Bengasi, ricordando - nello stesso periodo - "attacchi violenti nelle nostre ambasciate al Cairo, a Sanaa, a Tunisi e a Khartoum". Proprio il susseguirsi di eventi portò a ordinare "una revisione del nostro sistema di sicurezza" e un'accelerazione del lavoro diplomatico per contrastare l'Aqmi (al-Qaeda nel Maghreb islamico) e altri gruppi terroristici nel Sahara.

Ribadendo una notizia già più volte riportata dai media nei giorni scorsi, la Clinton ha anche sottolineato la presente in Algeria - durante l'attacco terroristico a In Amenas - di armi che provenivano certamente dalla Libia.

Nel corso della deposizione una domanda del senatore Ron Johnson ha indispettito non poco il Segretario di Stato. Al parlamentare, che le chiedeva perché nell'immediato non si siano avute risposte chiare sull'attacco ha risposto: "Che differenza fa ora?". "Il punto è che alcune persone stavano cercando in tempo reale di ottenere le migliori informazioni possibili". Clinton ha scusato il governo libico, spiegando come non fosse in condizioni di aiutare. A mancare era la "capacità", non la "volontà".

Momenti di attrito anche quando a parlare sono stati Rand Paul e John McCain.

Il primo ha sottolineato come - nel ruolo del Presidente - avrebbe chiesto le dimissioni della Clinton per la peggiore tragedia dopo l'11 settembre, mentre il secondo non si è detto soddisfatto, pur riconoscendo la combattività del Segretario di Stato.

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