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Usa, il Senato boccia la tassa sui ricchi Ma Obama insiste...

Niente imposta minima del 30% per chi guadagna più di un milione di dollari. "I repubblicani - attacca Obama - hanno scelto ancora una volta di proteggere gli sgravi fiscali per i pochi straricchi d’America, a spese del ceto medio"

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I repubblicani alzano la voce e, al Senato, bloccano la discussione della "Buffett rule", la legge con cui Obama voleva imporre un'imposta minima del 30% per tutti i redditi superiori al milione di dollari. Disponendo di una ristretta maggioranza i democratici non sono riusciti a evitare l'ostruzionismo a oltranza dei repubblicani. Il provvedimento si è fermato a quota 51 voti (ne servivano 60) contro 45. La bocciatura, visti i numeri, era scontata. Obama però non demorde e, quasi sicuramente, farà di questo argomento un cavallo di battaglia della propria campagna elettorale. Un tema decisamente di sinistra che piace a larga parte della classe media. E quindi può risultare decisivo. Un sondaggio abbastanza recente evidenzia che il 60% degli americani è favorevole a tassare di più i ricchi. Incassata la sconfitta al Senato il presidente è tornato ad accusare i repubblicani di "aver difeso ancora una volta gli sgravi fiscali di pochi ricchi facendo pagare la classe media".

La "Buffett rule" trae il nome dal famoso miliardario Warren Buffett (secondo la rivista Forbes nel 2007 e nel 2008 è stato l'uomo più ricco del mondo) che da mesi lamenta il fatto che lui paga le tasse in base un'aliquota inferiore a quella della sua segretaria. Il provvedimento, se adottato, riguarderebbe lo 0,3% dei contribuenti americani. Solo una piccolissima minoranza. 

Lo sfogo di Obama

"I repubblicani hanno scelto ancora una volta di proteggere gli sgravi fiscali per i pochi straricchi d’America, a spese del ceto medio. La Buffett Rule - si legge in una nota ufficiale della Casa Bianca - è una proposta di buon senso. In un momento in cui abbiamo un grave deficit da coprire e ingenti investimenti da fare per rafforzare la nostra economia, semplicemente non possiamo continuare a perdere denaro in tagli alle tasse degli americani più ricchi, agevolazioni che non chiedono e di cui non hanno alcun bisogno".

Una battaglia per il ceto medio

Obama sottolinea che la sua proposta risponde "semplicemente a un principio di giustizia elementare, minimo". "È totalmente sbagliato che milioni di americani del ceto medio paghino un aliquota fiscale più alta di alcuni milionari e miliardari. L’America è prospera quando tutti siamo coinvolti e ognuno ha l’opportunità di avere successo". Una delle sfide principali dei nostri tempi - aggiunge Obama - è costruire un’economia in cui ognuno ha le sue opportunità, tutti fanno la propria parte e tutti giocano secondo le stesse regole. Continuerò a spingere il Congresso ad andare avanti, non solo - conclude Obama - per recuperare una certa sicurezza economica per il ceto medio e per quelli che cercano di entrare nella classe media, ma anche per creare un’economia costruita per durare".

Calcolatrice per smascherare lo "scandalo"

Intanto sul sito della Casa Bianca è comparsa una speciale calcolatrice. I cittadini sono invitati a inserire i propri dati (reddito e tasse). Basta un clic e si scopre quanti sono i milionari che pagano di meno come tasse. Poi si può condividere il risultato su Facebook e su Twitter e moltiplicare, così, l'inevitabile rabbia degli americani. Ormai è certo, la Casa Bianca userà questo argomento per cavalcare l'onda del malcontento popolare. Ancora una volta il tema delle tasse - e del portafoglio - salvo sorprese, sarà il tema dominante nella campagna elettorale. 

- Orlando Sacchelli su Twitter: @ideelibere

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