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Usa, sindaci democratici hot coinvolti in scandali sessuali: "Mi voleva senza mutandine"

La portavoce denuncia il sindaco di San Diego: "Voleva che lavorassi senza slip". Nuove foto hard inguaiano Weiner: a rischio la corsa per la poltrona di New York

Irene McCormack Jackson
Irene McCormack Jackson

La politica americana si surriscalda. Pettegolezzi, scatti hard e proposte indecenti alla Sex & the city. Anzi, sex in the city. Perché a finire nel tritacarne mediatico sono il sindaco di San Diego Bob Filner, 70enne democratico denunciato dalla sua ex portavoce Irene McCormack Jackson di molesti sessuali, e l'ex deputato democratico Anthony Weiner che, nonostante sia in corsa per la prestigiosa poltrona di sindaco di New York, è nuovamente cascato di nuovo in uno scandalo sessuale.

Eletto solo otto mesi fa, Filner è stato denunciato dalla sua ex portavoce che ha portato il caso in tribunale. Una vera e propra pioggia di accuse di molestie sessuali ha completamente ricoperto il sindaco di San Diego. Prima di Irene McCormack Jackson, altre tre persone nelle ultime settimane avevano pubblicamente accusato il primo cittadino di comportamenti "molesti" contro dipendenti e staff. Sebbene abbia più volte negato di aver violato la legge, di recente Filner ha fatto circolare un video in cui si scusa per alcuni non specificati comportamenti. "Ho bisogno di aiuto", ha ammesso il politico democratico. Tra le accuse, McCormack Jackson ha dichiarato che il sindaco di San Diego le chiedeva di "lavorare senza mutandine". Non solo. Filner avrebbe ancheì cercato di baciarla e di saltarle addosso. "Mi sono sentita violata e spaventata - ha raccontato l'ex portavoce - questo lavoro è stato un incubo". La donna è una ex giornalista del San Diego Tribune. "Queste accuse non sono reali - ha replicato Filner - intendo difendermi con vigore". Ma i guai per i democratici non finiscono a San Diego.

Come un fulmine a ciel sereno, quando il passato sembrava oramai morto e sepolto, sono spuntate fuori nuove foto osè che ritraggono Anthony Weiner nelle sue parti più intime. Non solo. A imbarazzare l'ex deputato democratico ci sono anche i messaggini erotici inviati a una donna dopo lo scandalo che lo travolse nel 2011. Lui stesso lo ha ammesso, mentre la moglie giura di averlo già perdonato, per il prima e per il dopo. Ma la posta in gioco è alta. Ai primi posti nei sondaggi per la successione a Michael Bloomberg, Weiner sa che l’immagine e la carriera che ora stava cercando di ricostruire possono essere definitivamente distrutte. A costringerlo a venire di nuovo allo scoperto è stato il sito web di gossip The Dirty, che in particolare ha pubblicato testi di presunte chat sotto pseudonimo con una donna e una foto, censurata, presumibilmente del pene. "Come ho già detto in passato - si è difeso - queste cose che ho fatto erano sbagliate e dannose per mia moglie. Hanno posto sfide al nostro matrimonio che sono andate oltre le mie dimissioni dal Congresso". E ha ammesso: "Mentre alcune cose postate oggi possono essere vere e altre no», «questo comportamento è ormai alle mie spalle. Mi sono scusato e voglio di nuovo dire che mi dispiace". "Avevo detto che altri messaggi e foto sarebbero probabilmente venuti fuori e oggi è successo", ha aggiunto. Ma, fatto decisamente imbarazzante, secondo il New York Post, Weiner avrebbe continuato a postare su internet testi hard e scatti hot anche dopo lo scandalo. Sposato a Huma Abedin, ex collaboratrice di Hillary Clinton, Wiener ha deciso di candidarsi a sindaco di New York dopo che nel 2011 venne accusato da fonti anonime di aver mandato ad alcune giovani e avvenenti ragazze, fan conosciute solo sui social network, alcune fotografie in cui mostrava il suo corpo muscoloso allo specchio. In una di queste, in particolare, appariva in mutande lasciando intuire l'erezione del pene. Dopo la fuga di notizie e la diffusione di queste immagini, Wiener cercò di difendersi sostenendo che erano false e che era stato vittime di un complotto. Ma era una difesa molto debole.

Alcuni giorni dopo, in lacrime, fu costretto ad ammettere le proprie responsabilità.

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