Un vecchio arnese della sinistra al Castello di Praga
27 Gennaio 2013 - 18:50Gli elettori cechi scelgono il socialdemocratico Milos Zeman nel ballottaggio delle presidenziali, sconfitto il ministro degli Esteri del governo di centro destra Karel Schwarzenberg: Cechia più europeista, finisce l'epoca dei dissidenti dell'era comunista al potere
É il veterano della sinistra Milos Zeman, già premier tra il 1998 e il 2002, il nuovo presidente della Repubblica Ceca. Il 68enne candidato socialdemocratico è stato scelto direttamente dagli elettori, che con il 54% dei voti lo hanno preferito all'attuale ministro degli Esteri del governo conservatore Karel Schwarzenberg. Zeman ha vinto grazie al voto delle province e delle campagne, mentre a «Zio Karel» - come lo chiamano gli studenti universitari presso i quali il 75enne di sangue blu vissuto a lungo in esilio in Austria gode di ampia popolarità - non è bastato il sostegno delle grandi città e dei ceti più elevati. Finisce così l'era dei dissidenti anticomunisti al Castello di Praga, inaugurata nel 1989 con la figura eccezionale di Vaclav Havel e proseguita con quella di Vaclav Klaus, personaggio complesso e controverso divenuto famoso soprattutto per il suo testardo antieuropeismo (non volle mai issare la bandiera dell'UE sulla sua residenza ufficiale). Anche Zeman, in verità, è stato a suo tempo un oppositore della dittatura comunista, ma i suoi critici gli rimproverano di essersi circondato di persone della nomenklatura comunista di prima dell'89, trasformatisi in lobbisti e finanzieri: ben altro curriculum rispetto a quello di Havel, insomma, che negli anni del regime si fece anni di galera e da presidente rifiutava di ricevere le delegazioni del partito comunista (che peraltro, a differenza di tutti gli altri dell'ex blocco sovietico, non ha mai fatto una seria autocritica sul passato regime).
Zeman, che da dieci anni si era ritirato a vita privata, si propone come eurofederalista, è amico della Russia e favorevole all'introduzione dell'euro al posto della corona ceca, non esclude di coinvolgere i comunisti in futuri esecutivi e ha già alzato la voce contro il traballante governo in carica, suggerendo che si tengano al più presto elezioni anticipate.