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Volo sparito: è terrorismo anti-cinese

Manca la conferma ufficiale, ma sull'aereo del mistero in quattro con passaporti falsi e biglietti consecutivi

Volo sparito: è terrorismo anti-cinese

Nel mistero del volo Mk 370 decollato da Kuala Lampur e scomparso venerdì assieme ai 239 passeggeri senza neppure lanciare un Sos c'è un sinistro deja vu. Un passaporto rubato nel nostro Paese e una falsa identità italiana sono già stati utilizzati per seminare il terrore nei cieli 19 anni fa. Succede l'11 dicembre 1994. Quel giorno un uomo con un passaporto italiano intestato ad Armaldo Forlani ( la «m» al posto della «n» storpia il nome dell' ex segretario democristiano) sale su un volo delle Philippines Airlines diretto da Manila a Narita in Giappone. Quando l'aereo fa scalo a Cebu il presunto signor Forlani sistema una bomba sotto il sedile e abbandona il volo. La bomba esplode quattro ore più tardi squarciando la carlinga e uccidendo il passeggero giapponese Haruki Ikegami. Solo la perizia del comandante e un atterraggio d'emergenza evitano una tragedia ancor più devastante. Dietro il passaporto intestato ad Armaldo Forlani si nasconde allora il terrorista kuwaitiano Ramzi Yousef, mente dell'attentato al World Trade Center di un anno prima.

L'attacco al volo delle Philippines Airlines è la prova generale di «Bojinka», un piano studiato da Ramzi e del cugino Khaled Sheik Mohammed - futuro logista dell'11 Settembre - per abbattere 12 aerei diretti dal Sud Est Asiatico agli Usa e causare 4000 vittime in gran parte americane. La strage viene sventata solo grazie alla cattura di Ramzi, sepolto da allora in una galera americana. I piani dello stragista kuwaitiano sembrano però tornati d'attualità. E gli esperti dell'antiterrorismo cercano di mettere a fuoco in queste ore eventuali analogie con la scomparsa del volo della Malaysian Airlines. Che dietro la scomparsa del volo ci sia un attentato è ormai quasi una certezza. Sul Boeing 777, oltre ai due passeggeri registratisi con il passaporto rubato a Bangkok al turista romagnolo Luigi Maraldi e quello sottratto all'austriaco Christian Kozel, viaggiavano almeno altri due fantasmi con generalità false. E tutti e quattro quei fantasmi avevano in tasca biglietti con numeri di serie consecutivi. Troppo per ipotizzare una mera casualità. Anche l'improvvisa scomparsa del volo dai radar, disintegratosi dopo un rapido tentativo d'invertire la rotta, è – del resto - contrario a qualsiasi logica. A undicimila metri di quota solo l'esplosione di un ordigno capace, complice la depressurizzazione, di disintegrare la carlinga non dà tempo di lanciare un Sos.

Il sospetto è che alcuni snodi della trama disegnata agli albori di Al Qaida siano rimasti nella memoria di fondo del terrorismo islamista. Quegli snodi sarebbero stati aggiornati e riutilizzati da nuovi basisti formatisi sui libri di testo e sui manuali messi a punto dai loro precursori. Ma se l'obbiettivo principale del complotto di 19 anni fa erano l'America e i suoi cittadini, stavolta nel collimatore ci potrebbe essere la Cina. E la macchinazione potrebbe esser opera di fanatici islamisti di origine uighura, la popolazione musulmana della regione occidentale del Xinjiang. Un attentato di matrice islamista s'inserirebbe nell'escalation registrata in Cina nell'ultimo anno. Il più terribile è il massacro dello scorso primo marzo quando 8 militanti uighuri armati di coltelli si sono scagliati contro la folla in attesa nella stazione di Kunming uccidendo 29 persone e ferendone quasi 150. L'orrenda carneficina sembra indicare l'allineamento degli oltranzisti uighuri alle più terribili metodologie del fanatismo islamico. Nella svolta oltranzista potrebbe rientrare l'abbattimento di un aereo pieno di cittadini cinesi. E, forse, non si tratterebbe neppure di una novità. Nella lista delle azioni attribuite agli estremisti uighuri tra il 2008 ed oggi vi sono almeno due tentativi di colpire aerei passeggeri cinesi. Il 9 marzo 2008 un volo della Southern China decollato da Urumqi è stato costretto ad un atterraggio d'emergenza in seguito ad un incendio nel bagno provocato da due militanti uighuri. E il 29 giugno 2012 sei uighuri hanno tentato di forzare la cabina di pilotaggio per dirottare un volo interno diretto da Hotan a Urumqi.

Stavolta il tentativo potrebbe esser andato a segno.

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