Controcorrente

Per evitare i rischi delle rate contratti con riserva di proprietà

È l'unica forma che garantisce legalmente. In GB senza pagamenti si può bloccare il motore della vettura

Per evitare i rischi delle rate contratti con riserva di proprietà

Nell'elenco dei cattivi pagatori ci finiscono anche quelli che comprano i beni (mobili o immobili) a rate, corrispondono le somme concordate per un po', poi cominciano a ritardare. Finché smettono del tutto, senza nemmeno troppe scuse. E così, facendo un esempio, chi ha venduto un'automobile si ritrova con una doppia fregatura in mano. Non ha i soldi e non ha più possesso diretto del bene che ha venduto. In teoria potrebbe chiedere la restituzione dell'auto venduta, ma il procedimento non è così semplice. Bisogna mettere in mezzo avvocati e vigili, rispettare le scadenze burocratiche e farsi venire il sangue amaro a furia di aspettare e anticipare soldi per bolli e spese legali.

Contro i furbetti dello «stavo giusto per pagare», in Inghilterra le aziende che finanziano gli acquisti di automobili hanno escogitato un metodo a prova del più scaltro degli insolventi. Grazie alla tecnologia, ora hanno in mano un jolly fondamentale: possono bloccare da remoto l'accensione del motore dell'auto nel caso in cui le rate non siano onorate per tempo. Una metodica un po' costosa ma che, se non altro, evita scocciature molto più serie. Ça va sans dire, è un po' dura che in Italia venga autorizzata una procedura del genere.

Il consiglio

Uno dei metodi che gli avvocati consigliano per non incappare nelle brutte avventure delle rate inevase, è il contratto di vendita con riserva di proprietà. È l'unica formula che garantisce una disciplina normativa. L'acquirente entra in possesso dell'auto in questione all'atto del contratto ma con la clausola che la proprietà resti del venditore fino al versamento integrale del prezzo: fin quando, cioè, si esauriscono tutte le rate. È come se l'acquirente pagasse un mutuo. Se smette di pagare, il venditore può far dichiarare al giudice la risoluzione del contratto. Il lato debole del patto di riservato dominio riguarda l'aspetto fiscale.

Se l'azione legale non va a buon fine, a carico di chi vende restano anche tributi, tasse e imposte.

Nella vendita con riserva di proprietà assume un'importanza fondamentale la risoluzione: non può aver luogo per il mancato pagamento di una sola rata che non rappresenti più dell'ottava parte del prezzo pattuito.

Commenti