Politica

Ma evitiamo le speculazioni

L’attenzione del grande pubblico va diretta sull’aspetto più rilevante di questo incidente in Slovenia: non è successo nulla. La centrale di Krsko non è di ultima generazione e, anche se l’incidente ha messo per un attimo l’Europa in apprensione, questo non vuol dire che dobbiamo rinunciare a liberarci dalla schiavitù energetica nella quale siamo piombati a causa della sciagurata rinuncia al nucleare nel 1987.
L’incidente deve essere messo a confronto con il pericolo di black-out che corriamo. Il prezzo del petrolio, che viaggia verso livelli da nessuno immaginati, ci dice che siamo in piena crisi energetica mondiale. Se scoppiasse una crisi politica nel mondo, i Paesi dai quali dipendiamo per l’acquisto di petrolio, gas ed energia (nucleare) chiuderebbero i rubinetti per garantire ai loro cittadini la libertà energetica indispensabile per il livello di vita cui sono abituati. Nel giro di poche settimane crollerebbero le nostre attività produttive senza alcuna possibilità di negoziato in quanto privi di una potente sorgente energetica in grado di far fronte ai bisogni indispensabili per il livello di vita cui siamo arrivati.
Coloro che speculeranno sull’incidente debbono riflettere sulle notizie venute fuori dalla Fao in questi giorni. Centinaia di milioni di persone vogliono più cibo e più energia. Noi apparteniamo al miliardo di privilegiati in quanto abbiamo la quantità di energia necessaria per vivere bene. Ci sono 5 miliardi e mezzo di persone che aspirerebbero a vivere come il miliardo del G8. L’ingresso della Cina e dell’India nel mercato mondiale ha portato alle stelle il prezzo del petrolio e del cibo. L’energia nucleare è l’unica sorgente d’energia la cui potenza può venire incontro alla richiesta esponenzialmente crescente che viene dalle Nazioni dette in via di sviluppo. Se non avessimo sprecato i vent’anni trascorsi nel letargo antinucleare noi saremmo oggi con una fiorente industria nucleare e non in stato di schiavitù energetica.
L’incidente in Slovenia deve darci una spinta per uscire con coraggio dallo stato di pericolo «black-out» in cui viviamo dopo vent’anni di rinuncia al nucleare. L’incidente «nucleare» di Krsko va messo a confronto con le notizie di cui nessuno parla mai. Eppure si tratta di vittime causate ogni anno dalla produzione di energia non d’origine nucleare ma usando il carbone e le bio-masse.

Lo ricordiamo ancora una volta: 300mila nella sola Cina per il carbone e oltre un milione nel mondo per le bio-masse.
Antonino Zichichi
Presidente World Federation of Scientists

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