«Ex Vinis», così l'Italia conquista la Cina

«Ci deve essere qualcosa di più noioso dei libri che si scrivono sulla Cina: la Cina stessa». Lo scriveva Ennio Flaiano quarant'anni fa, ma da allora ne è passata di acqua sotto i ponti: la Cina agli occhi dell'occidente è diventata una stimolante opportunità, ultimamente anche per il settore vinicolo. Secondo l'International Wine and Spirit Research, presentata di recente al Vinexpo Asia-Pacific a Hong Kong, la domanda internazionale di vino continuerà a crescere, almeno fino al 2015, trainato dal mercato asiatico, e con la Cina a fare la parte del leone. In Italia i produttori che vogliono giocarsi le loro carte, puntano sul fare squadra. Gelasio Gaetani d'Aragona, storico produttore di Brunello e consulente vinicolo internazionale, ha messo a punto una strategia di alleanze per connettere oltre 20 piccole e medie aziende vinicole, vere eccellenze del made in Italy, unite sotto il nome «Ex Vinis»: il marchio garantisce qualità e provenienza, per promuoverle sui mercati italiani ed esteri e con un'attenzione particolare proprio al mercato cinese. «Ex Vinis promuoverà le eccellenze che non hanno brand forti alle spalle - spiega Gaetani-. Ma per penetrare i nuovi mercati è fondamentale la capacità di fare squadra, un talento che noi italiani non abbiano coltivato». Perchè, continua Gaetani «è vero che tutti si dicono interessati al mercato cinese, ma finora le iniziative sono state isolate e piuttosto estemporanee». Ex Vinis vuole invertire la rotta, mettendo a punto una rete di aziende in grado di sviluppare una strategia, con un occhio alla Cina e l'altro a mercati altrettanto invitanti.

Ad esempio quello Coreano e Vietnamita, che assicura Gaetani, sono come «una piccola Cina, con economie in forte espansione e grandi investimenti nel lusso».

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