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Fabriano, dagli operai della Merloni sit-in per i licenziamenti

Bloccate la superstrada Ancona-Roma e la ferrovia, viabilità stoppata da circa 500 operai che protestano contro la chiusura dello stabilimento di Santa Maria: "Il governo deve convocarci per l'accordo di programma entro il 28"

Fabriano - Il blocco ferroviario degli operai dell’Antonio Merloni all’altezza del passaggio a livello di Piaggia d’Olmo a Fabriano, è stato rimosso poco dopo le 11 (è durato meno di un quarto d’ora), anche perché c’è in atto lo sciopero nazionale dei lavoratori del trasporto pubblico locale e i treni in transito sono pochi. Uno spezzone del corteo si dirige ora verso Albacina, la frazione in cui le forze di polizia hanno istituito una deviazione del traffico, mentre a Fabriano città la circolazione resta completamente paralizzata per i vari picchetti animati dalle tute blu.

Fabriano bloccata Gli operai avevano interrotto il traffico in entrata e uscita. La protesta contro il ritardo nella firma dell’accordo di programma che deve salvare l’azienda. Un corteo era partito dallo stabilimento di Santa Maria, e, attraverso via Dante, si è diretto verdo l’innesto con la superstrada Ancona-Roma. Le tute blu, circa 500, distribuivano volantini agli automobilisti e ai camionisti in coda. In testa al corteo, oltre alle bandiere di Fiom, Fim e Uil, alcuni striscioni con scritto "Un territorio senza lavoro è senza futuro", "Senza soluzioni nessuno alle votazioni".

Bloccata anche la ferrovia Oltre che la superstrada Ancona-Roma e la viabilità interna di Fabriano, gli operai avevano occupato anche la linea ferroviaria Orte-Falconara. Un gruppo di una cinquantina di lavoratori ha attraversato il passaggio a livello di Piaggia d’Olmo, all’uscita sud dalla città, e staziona sui binari, per impedire il transito dei treni.

Nessun incontro al ministero "Siamo qua di nuovo sulla strada perché non è più tempo di tergiversare" dice il volantino distribuito dalle tute blu. "Scusandoci del disagio creato, pensiamo che qualsiasi momento possa essere opportuno per far sentire la voce di famiglie di lavoratori in cassa integrazione che faranno di tutto per difendere il loro lavoro". La Merloni è in amministrazione straordinaria da 15 mesi, un provvedimento che scade a maggio, insieme alla cassa integrazione, che finora ha interessato circa 3.200 addetti. Il ministero dello Sviluppo economico ha promesso la firma dell’accordo di programma entro il 28 febbraio, ma a nove giorni dalla scadenza, la data non è stata ancora fissata.

Le richieste Al governo e alle Regioni Marche, Umbria ed Emilia Romagna, sedi di stabilimenti della Merloni, le organizzazioni sindacali e le rsu chiedono "uno stanziamento significativo di risorse a supporto dell’accordo". E anche di "verificare con la massima attenzione tutte le manifestazioni di interesse per l’acquisizione totale o parziale del perimetro aziendale della Merloni" privilegiando "le proposte che garantiscano in modo prioritario l’occupazione". Alle fabbriche che producono lavatrici e frigoriferi sarebbe interessata la China Machi Holdings Group, società cinese partecipata dallo Stato: una delegazione arriverà in Italia il 22 febbraio per incontrare i tre commissari straordinari e visitare gli impianti di Marche e Umbria.

Altre aziende, anche italiane, punterebbero al settore bombole e serbatoi e a quello dei piani cottura.

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