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La famiglia reale si scopre di nuovo nel mirino

Due giorni dopo e appena sette chilometri più in là e la bomba dell'Eta a Maiorca avrebbe potuto esplodere in maniera ancora più simbolica. Avrebbe potuto esplodere vicino a Juan Carlos di Spagna e alla regina Sofia, che, secondo quanto riferisce il quotidiano El Paìs, arriveranno sabato nell'isola, al «Palacio de Marivent», dove tradizionalmente trascorrono le loro vacanze. Vacanze che solitamente sarebbero già iniziate, ma che quest'anno, fra la necessità di austerity dovuta alla crisi e un viaggio ufficiale a Madera, sono partite in ritardo: ed è dunque solo per un caso che i reali di Spagna non erano lì, a due passi dalla nuova escalation del terrore dell'Eta. C'erano già, invece, le due Infante, Elena e Cristina di Borbone, che sono arrivate già lo scorso fine settimana con i figli. A loro e ai sei nipotini reali (Felipe Juan Froilan, Victoria e Federica,i figli di Elena e Juan, Miguel, Pablo e Irene Urdangarin, i figli di Cristina) che probabilmente ora dovranno smettere di prendere lezioni di vela per le ulteriori precauzioni di sicurezza, si sarebbero dovuti aggiungere da domani, oltre al re e alla regina, anche i principi delle Asturie, di ritorno da un viaggio ufficiale in Romania. Il dubbio ora è che la «cellula itinerante» dell’Eta indicata come colpevole dell’attentato di ieri possa tentare altri folli colpi di mano. Così Juan Carlos e la regina Sofia, il principe Felipe e la moglie Letizia, le infante Elena e Cristina con le famiglie, pronti per la tradizionale foto di gruppo estiva, ora si troveranno blindati nel palazzo. E di sicuro staranno alla larga dallo yatch Fortuna: il re, che ama le regate, solitamente segue la Copa del Rey, di cui proprio in questi giorni sarebbe partita la 28esima edizione, ma nel 1995, proprio mentre era a bordo della barca, era finito nel mirino degli attentatori dell'Eta che avevano pianificato di sparargli con un fucile ad alta precisione, ripiegando, nel caso non fossero riusciti a inquadrarlo, sul principe delle Asturie Felipe e sull'allora primo ministro José Maria Aznar. Per fortuna l'attentato venne scoperto, come avvenne anche nel 2004, durante la Settimana Santa, quando era stato preparato un altro attacco, che non ebbe luogo perché il killer non ebbe in tempo il mitragliatore con cui avrebbe dovuto sparare al re.
E così nel comune di Calvia, dove sono già volati Zapatero e Rajoy, i turisti si troveranno circondati da agenti e uomini dei servizi segreti, che si nasconderanno fra la folla che frequenta la zona, visto che di fronte al Palacio de Marivent c'è l'hotel Sol Mirlos, della catena internazionale Melia, uno dei più frequentati dell'isola, con le sue 638 camere doppie e le 30 singole.

E gli agenti monitoreranno con particolare attenzione anche la spiaggia della baia di Palmanova, ad appena 500 metri dal luogo dove è avvenuta l'esplosione, e dove di solito sono assiepati centinaia di turisti.

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