Politica

Famiglia sterminata, fermato il nipote Un «tesoro» e il satanismo tra i moventi

Il ragazzo e Camillo Pane erano stati soci. In casa sua trovati molti documenti

Antonello Lupis

da Catanzaro

L a svolta era nell'aria. Da quanto, infatti, trapelato dagli ambienti della Procura della repubblica di Catanzaro, c'è un fermato per la strage di Caraffa, costata la vita all'infermiere Camillo Pane, alla moglie Annamaria e ai giovani figli Eugenio e Maria. Si tratta di un congiunto delle vittime, Claudio Tomaino, 29 anni, di Lamezia Terme che è stato accusato di omicidio volontario plurimo aggravato. Il provvedimento di fermo è stato emesso dal sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro, Salvatore Curcio. Alla base della strage probabili contrasti di natura economica - si parla di assegni per 80-90mila euro - e altri problemi di natura personale, privata. Il magistrato e i carabinieri stanno infatti approfondendo anche un filone legato a un movente esoterico. Sarebbero emersi collegamenti di Tomaino con una setta satanica. È emerso inoltre che l’uomo avrebbe usato una pistola di sua proprietà, di fabbricazione polacca, ma l'arma non è stata ancora trovata. Nel frattempo si cercano altri possibili complici. Si parla di tre persone.
Claudio Tomaino, da poco titolare di un pub-pizzeria nel Lametino, è il figlio della sorella della vittima, Maria Cecilia Pane, vedova da alcuni anni e nega ogni addebito.
Nella giornata di ieri i carabinieri del nucleo operativo regionale di Catanzaro e i militari del reparto speciale «Cacciatori» con un imponente blitz hanno bloccato a Lamezia Terme il giovane e perquisito da cima a fondo la sua abitazione, una villetta situata nei pressi dell'aeroporto. Parecchio il materiale sequestrato tra documenti, computer e altri oggetti. Successivamente i carabinieri hanno rivoltato come un calzino, sequestrando anche qui materiale cartaceo e altro, pure l'abitazione della madre di Claudio Tomaino.
Dalle indagini è emerso che in passato Camillo Pane e il nipote Claudio Tomaino erano stati soci in un'attività di restauro di mobili antichi. I due, inoltre, pare abbiano fatto affari insieme comprando e successivamente rivendendo alcuni terreni.
Dal lavoro investigativo dei carabinieri, comunque, sarebbe emerso che lunedì scorso, giorno della strage, Claudio Tomaino pare avesse un appuntamento a Caraffa con la famiglia Pane. L'auto, una Fiat Stilo di colore verde di proprietà della famiglia Pane, è stata ritrovata a Paola, nel Cosentino, a circa un centinaio di chilometri dal luogo della strage. Per gli investigatori si tratta di un tentativo di depistaggio da parte dei killer giacché uno di essi o un loro complice lunedì scorso, poche ore dopo la strage, aveva telefonato ad una delle sorelle di Camillo Pane, Lina, spacciandosi per il fratello e comunicando alla stessa donna di essere a Paola in procinto di partire con la famiglia per Torino.
Intanto mentre gli inquirenti cercano di mettere al posto giusto i vari tasselli del mosaico, il patologo forense dell'Università Magna Grecia di Catanzaro, Giulio Di Mizio e gli uomini del Ris di Messina, guidati dal capitano Emanuele Paniz, sono ritornati sulla scena del delitto portando a termine altri accertamenti. Grazie all'aiuto di un metal detector nella contrada Tre olivare, luogo del massacro, sono stati recuperati alcuni bossoli che verranno comparati con quelli sparati dai killer, in prevalenza alla nuca, delle quattro vittime. Da una prima analisi i sicari avrebbero utilizzato pistole semiautomatiche calibro 9. Sarà inoltre effettuato l'esame del dna su ogni macchia di sangue in modo da avere un quadro ancora più chiaro dell'orribile strage. Una ipotesi sarebbe quella che le quattro vittime siano state uccise una alla volta. Un'altra, la più verosimile secondo gli investigatori, è che i sicari, almeno due, avrebbero ucciso Camillo Pane, la moglie e i due figli quasi contemporaneamente. Di seguito i corpi sarebbero stati trascinati fino ai due fatiscenti casolari e ricoperti di pietre, tegole e lastre di eternit. Le autopsie sui corpi delle quattro vittime saranno eseguite oggi. Per il giorno dei funerali, che si svolgeranno a Decollatura, il sindaco del centro montano del Reventino, Mario Perri, ha proclamato il lutto cittadino.

Il rito funebre sarà celebrato dal vescovo di Lamezia, Luigi Cantafora.

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