Roma

Fava, l’uomo che trucca (e confessa) le star del cinema

Custodisce, come se fossero reliquie, i segreti delle più note star del cinema, nazionali e internazionali. Ma noi, seppur dietro diverse insistenze, siamo riusciti a «scucirgli» qualche piccolo aneddoto. Stefano Fava, l’ultimo «rampollo» di una dinastia di truccatori che iniziò con il padre Otello, che curò, tra gli altri, il make up de La Dolce Vita, non si è tirato indietro. Tra un set e l’altro, abbiamo intercettato il re del trucco a Roma, insieme all’americano Jeff Goodwin, specializzato in effetti speciali, per una masterclass di trucco cinematografico e teatrale che si è svolta all’Actor Studio di via Palermo 28 e nella quale Fava ha cercato di trasmettere ai suoi aspiranti emuli i trucchi - è proprio il caso di dirlo - del mestiere.
Partiamo dalle «scomodità» dell’essere truccatore.
«L’aspetto più scomodo della mia professione in realtà è il dover ascoltare dagli attori all’alba cose che non potranno mai uscire fuori dal camerino. Quello più affascinante è diventare loro confidente, fratello, cugino, amico, zio...».
Come si conquista la loro fiducia?
«Truccando bene la bocca. L’ho scoperto con Catherine Deneuve».
Le star di oggi e quelle di una volta: chi vince?
«In particolare tra le giovani attrici italiane oggi circola molto pressappochismo e voglia di stare al centro dell’attenzione senza magari aver fatto mai nulla. È per questo che i più grandi registi preferiscono le serbe, le croate, le russe, le ucraine che hanno una preparazione formidabile».
Quali volti del cinema commettono l’errore di volare troppo in alto?
«Parecchi. Non farò i nomi neppure sotto tortura... Dico solo che ho lavorato con i migliori attori al mondo - da Laurence Olivier ad Al Pacino - che mi aiutavano a pulire il tavolo. Una volta Claudia Cardinale cucinò per me gli spaghetti nel cuore della giungla amazzonica. Per ricompensarla, le regalai una rosa e si meravigliò pure...».
Lei ha lavorato, gomito a gomito, anche con il maestro per eccellenza: Federico Fellini.
«Sì. Il primo incontro avvenne per caso e fu un’emozione indimenticabile! Stavo girando un documentario per una televisione messicana. Mia sorella mi disse che c’era da truccare un certo Federico. Arrivai davanti al ciak e vidi scritto Fellini...».
Nella sua carriera ha conosciuto tanti attori famosi. Come Nino Manfredi.
«Sì. Bravo, umile, simpaticissimo. Sarà difficile che rinasca uno come lui. Lo truccai sul set del Pinocchio di Comencini, il mio primo film, e mi fece un sacco di scherzi in cui io, essendo alle prime armi, cadevo regolarmente!».
È vero che è rimasto colpito dall’umiltà di Sabrina Ferilli?
«Quando la conobbi, pensai subito che fosse una vera e propria esplosione di energia. Ma poi rimasi colpito perché fu una tra le pochissime che, una volta diventata famosa, ha alzato la cornetta del telefono per chiamarmi sul set».
Con Luca Zingaretti siete stati legati da una solida amicizia.
«Uscivamo insieme la sera, ci prestavamo persino la macchina. Dopo il successo di Montalbano, però, l’ho visto un po’ cambiato».
Chiudiamo con una chicca su un’attrice la cui bellezza resiste al tempo: Ornella Muti.
«La prima volta che venne sul set fu per accompagnare sua sorella, famosa attrice di fotoromanzi (Claudia Rivelli, nota negli anni Settanta come partner di Franco Gasparri, ndr), a un film di Damiano Damiani, La moglie più bella. Il regista quando le vide, scelse Ornella mentre l’attrice era l'altra...

».

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