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Ferlaino «Mazzola andò dall’arbitro e l’Inter vinse 2 a 1»

L'ingegnere ha 78 anni, non vive più le partite del Napoli accovacciato nel sottopassaggio del San Paolo, per dire la parola giusta all'arbitro o agli avversari, all'uscita. Corrado Ferlaino fa ancora l'imprenditore, costruisce alberghi soprattutto in Campania, non si occupa più di calcio: «Sono 5-6 anni che non vedo una partita dal vivo». Soprattutto nega il suo verbo sugli azzurri attuali.
«A me dava fastidio quando la conduzione mia veniva paragonata ai presidenti del passato, è per questo che non voglio interferire». Il comandante Achille Lauro è stato il presidente più importante della storia partenopea, prima che Ferlaino conquistasse i due scudetti, la Coppa Uefa, la coppa Italia e la supercoppa Italiana, grazie a Maradona. Il 17 marzo del 1991 Dieguito giocò l'ultima partita in A, con il Bari, il test antidoping lo inchiodò. Si drogava. «Preferisco ricordare quanto di buono ha fatto nei sette anni al Napoli - riflette Ferlaino - che è stato il massimo. Non nascerà più un Maradona, Messi è il miglior giocatore del mondo, adesso, però resta lontano dai suoi livelli».
Il Diego ct si è fatto notare per il turpiloquio, ha strappato la qualificazione in Sudafrica evitando lo spareggio per miracolo.
«La storia dei mondiali è piena di squadre che hanno faticato nei primi turni e poi sono arrivate in fondo. Considererei anche i biancocelesti nel pronostico per giugno». Di Mazzarri e De Laurentiis l'ingegnere non parla, inutile insistere, anzi si rischia di farlo innervosire. Spezza volentieri, invece, una lancia a favore dell'ex bandiera Ferrara, che alla Juve non ha voluto dimettersi: la società l'ha aspettato oltre ogni logica. «Ciro saprà riprendersi, di lui ricordo la bontà».
Altra creatura di Ferlaino è Claudio Ranieri, che ha firmato la stagione migliore dei partenopei dopo lo scudetto di Bigon. Arrivò quarto nel '91-'92, quando il piazzamento garantiva solo la qualificazione Uefa. Male la stagione successiva, tant'è che venne esonerato. «Trovo però che sia migliorato, ha vissuto esperienze importanti, anche all'estero. Alla Roma dimostra il suo valore».
Napoli-Inter è stata una classica del nostro calcio, in ballo lo scudetto. Ai tempi di Lothar Matthaus e Maradona il computo fu di due titoli per Ferlaino e uno per Pellegrini. «Io vado ancora più indietro - conclude l'ex presidente napoletano -, al 1971. Eravamo in vantaggio a San Siro, nell'intervallo Mazzola entrò nello spogliatoio di Gonella, la partita nel secondo tempo cambiò. Chissà cosa disse il capitano dell'Inter all'arbitro, perdemmo la partita e lo scudetto, io vomitai per due giorni. Dalla rabbia andai un po' all'estero». A Milano c'era la nebbia e la Beneamata ebbe un rigore dubbio ma era un altro calcio e in particolare un’altra Inter.

E Ferlaino è il primo a saperlo bene.

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