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È la festa dell'automobile L'omaggio alle vecchie glorie

In vetrina le finaliste al premio «Car of the year 2018» I gioielli del Mauto di Torino e Museo Nicolis (Verona)

Piero Evangelisti

Bologna Esserci o non esserci. È amletico il dubbio delle Case automobilistiche nell'essere presenti oppure no al Motor Show di Bologna, un dilemma che si presenta costantemente di fronte ad altri Saloni di importanza internazionale, come Francoforte o Parigi, dove ormai le defezioni sono di casa. La quarantunesima edizione della rassegna felsinea, che apre oggi in Fiera, registra la presenza di marchi come Psa Peugeot Citroën Ds, il Gruppo Fca al completo, i coreani Hyundai e Kia, quindi Volvo, Tesla e Suzuki oltre ai brand storici di General Motors come Cadillac, Corvette e Chevrolet. SsangYong, Toyota e Mitsubishi ci sono con le loro più importanti novità nell'area dei test drive, un must del Motor Show. È presente a Bologna anche Ford con i raduni dedicati ai clienti di Mustang e Focus Rs.

In un padiglione dedicato, i visitatori potranno ammirare le sette finaliste selezionate tra le quali verrà eletta la Car of the Year 2018: in prima linea Alfa Romeo Stelvio, il Suv sportivo della Casa del Biscione che sta fissando nuovi parametri nel settore delle auto oggi più vendute. E poi Audi A8 (un'auto per pochi), Bmw Serie 5, Citroën C3 Aircross, Kia Stinger, Volvo Xc40 e la popolare Seat Ibiza di quinta generazione, la prima costruita sulla piattaforma Mqb del gruppo di Wolfsburg. Per il pubblico del Motor Show non mancheranno quindi le novità, negli stand e nelle aree esterne. Ma la rassegna felsinea è anche il palcoscenico dove possono trovare spazio realtà della componentistica come, per esempio, Omr, holding bresciana con 16 stabilimenti attivi in tutto il mondo, che si presenta al Motor Show per confermare la propria competenza nel campo e l'importanza del settore automotive per l'economia. In esposizione per i visitatori alcuni prodotti d'eccellenza: un motore V12 in alluminio tra i piu prestazionali oggi sul mercato; un telaio posteriore realizzato in fusione unica d'alluminio, senza saldature; il telaio completo della Ferrari 488 GTE di recente confermatasi campione del mondo costruttori nel campionato FIA WEC.

In Fiera, fino al 10 dicembre, l'innovazione viaggia parallelamente alla storia dell'automobile, un mix importante per le generazioni più giovani, che possono scoprire modelli che hanno fatto la storia, come quelle portate a Bologna dal Mauto, il Museo dell'Automobile di Torino con uno spazio (Padiglione 21) dove hanno trovato posto quattro importanti vetture da corsa, simbolo della collezione: la Temperino mod. 8/10 Hp (Italia, 1920), vetturetta che ebbe un certo successo da noi e all'estero per le sue doti di economicità e maneggevolezza; la Monaco-Trossi da competizione (Italia, 1935) collaudata dallo stesso Trossi nelle prove del Gp. d'Italia, a Monza, nel 1935; la Itala mod. 11 (Italia, 1925), piccola auto da corsa presentata nel 1925 dalla prestigiosa marca Itala e realizzata su progetto dell'ingegnere Giulio Cesare Cappa e la Monaco Nardi mod. Chichibio (Italia, 1932), da gara, costruita da Augusto Monaco con la collaborazione di Enrico Nardi, Massimo Lancia e Giulio Aymini. A queste tre vetture se ne aggiungerà una quarta, la OM 469 N del 1922, esposta invece nello stand di Ruoteclassiche.

Ma il vintage, al Motor Show di Bologna, trova un altro importante spazio con il Museo Nicolis di Villafranca (Verona), nel padiglione Passione Classica Racing, dove mostra alcuni autentici gioielli come la Fiat 1100 Sport del 1948 che ha partecipato alla Mille Miglia di quell'anno. Da ammirare, per giovani e meno giovani, la Lancia Aurelia Gt B20 del 1957, una granturismo firmata Pininfarina che ha ancora molto da insegnare a designer e carrozzieri di oggi. Innovazione e storia.

Il Motor Show sa mettere insieme ancora una volta questi due componenti fondamentali per chi ama l'automobile, il mezzo di locomozione che rimane, per fortuna, quello che ci garantisce ancora una libertà.

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