La festa di Stefano Ricci in punta di piedi dentro la Sala Bianca

Palazzo Pitti riapre dopo 35 anni alla moda con una sfilata epocale e senza precedenti

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«Per guardare al futuro bisogna tornare al passato con passo deciso ma in punta di piedi». Stefano Ricci riassume così la complessa operazione che sta organizzando per festeggiare i 45 anni della sua azienda durante l'edizione numero 91 di Pitti Immagine uomo a Firenze. Si tratta di un'epocale sfilata nella Sala Bianca di Palazzo Pitti, ovvero il luogo in cui nel 1952 è nato un fenomeno chiamato made in Italy. Per trent'anni esatti i grandi nomi della moda italiana hanno presentato le loro collezioni in questo spazio di rara bellezza con le candide volute di stucco scolpite per la cerimonia d'insediamento del Granduca Pietro Leopoldo Asburgo Lorena il 13 settembre 1765 e illuminate da 11 giganteschi lampadari in cristallo di Boemia. Poi, nel 1982, le luci si spensero sul rito delle sfilate in Sala Bianca e riaccenderle a 35 anni dall'ultima volta non è stato affatto facile.

Tanto per cominciare c'è voluto un ponderoso accordo con Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi ovvero il mastodontico polo museale che comprende Palazzo Pitti e il Corridoio Vasariano. «La Sala Bianca è un grande monumento del '700 e io sono felicissimo di riaprirlo alla musica e alla moda perché il divertimento nel secolo dei lumi aveva sempre una funzione emotiva e sociale: un aspetto molto serio della vita. Certo non si può pensare a sfilate tecno e spettacoli esagerati, bisogna fare solo eventi molto controllati, con il più grande rispetto possibile per il luogo e la sua storia» dice lo studioso tedesco che dal 2015 dirige con ottimi risultati il più visitato dei musei italiani.

Così lo stilista-imprenditore toscano oltre versare un contributo di 100 mila euro alle Gallerie degli Uffizi più tutte le spese del caso, ha dovuto presentare un fior di progetto. «Abbiamo cercato di ricostruire l'atmosfera del 1953: le sedie, le luci e i fiori sembrano uscire da una foto d'epoca anche se non c'è niente di vintage, tutto è stato fatto ex novo e su misura» spiega ridendo sotto i baffi perché sa benissimo che la sua proverbiale mania del dettaglio stavolta ha sfiorato vertici viscontiani. Tanto per dare un'idea ha cercato e soprattutto trovato 12 mila lampadine a torcia, tutte uguali e con quella luce morbida che le alogene si sognano. Per inciso sulla facciata di Harrod's sotto Natale vengono accese 700 lampadine in meno di quelle che i 180 ospiti, non uno di più, vedranno domani sera.

In sala entreranno solo rose bianche, 10 mila per la cronaca e, manco a dirlo, solo a stelo lungo. Sulla pedana da 18 metri si alterneranno 56 outfit in otto uscite per ognuna delle quali è previsto un bambino che indossa un capo della collezione Stefano Ricci Junior pensata come forma di educazione al gusto del vestire e al lusso delle nuove generazioni. Il resto è la classica alta moda maschile di questo marchio pensato e prodotto a chilometro zero o giù di lì dal mondo del bello, del giusto e del vero ipotizzato dai grandi artisti del Rinascimento.

«Concedermi di sfilare in Sala bianca è una certificazione di affetto e stima da parte della mia città» sostiene lo stilista-imprenditore assistito in questa come in tutte le avventure della sua vita dalla moglie Claudia e dai due figli Filippo e Niccolò.

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