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Fibra ottica, rete capillare per più servizi e funzionalità

L'obiettivo: realizzare un sistema a banda ultra larga che arrivi direttamente dentro casa e nei posti di lavoro

Reti di comunicazione elettronica ad alta velocità in fibra ottica su tutto il territorio nazionale, per le connessioni e i servizi digitali, che interesseranno milioni di cittadini e migliaia di centri abitati, anche nelle località più disagiate. Ma anche tutti i comparti produttivi dall'industria, all'agricoltura e non solo. Un progetto ambizioso e in fase di attuazione operativa, che ha preso il via, il 3 marzo 2015, quando il Consiglio dei ministri ha approvato la strategia italiana per la banda ultra larga che, in linea con gli obiettivi dell'Agenda digitale europea, prevede di portare 100 Mbps (megabit per secondo) all'85% della popolazione, entro il 2020, privilegiando in primis le aree di interesse economico e a elevata concentrazione demografica, le scuole, le sedi della Pubblica Amministrazione, gli ospedali e le aree industriali. Per le aree più isolate, invece, resta l'obiettivo di portare una velocità di connessione di almeno 30 Mbps.

È in tale contesto che è nata Open Fiber, società costituita da Enel, nel dicembre 2015, con l'obiettivo di realizzare l'installazione, la fornitura e l'esercizio di reti di comunicazione elettronica ad alta velocità in fibra ottica su tutto il territorio nazionale. Il piano di Open Fiber mira a garantire la copertura delle maggiori città italiane e il collegamento delle aree industriali, con l'obiettivo di realizzare una rete a banda ultra larga pervasiva ed efficiente per favorire il recupero di competitività del «Sistema Paese» e, in particolare, l'evoluzione verso l'Industria 4.0. Una rete capillare in grado di fornire servizi e funzionalità sempre più avanzati per cittadini, imprese e Pubblica amministrazione, senza tralasciare l'agricoltura, la mobilità sostenibile, la cultura e il turismo, l'educazione, la salute per un programma digitale globale per città e regioni sempre più intelligenti.

La rete ultraveloce è realizzata con tecnologia FTTH (Fiber to the Home), letteralmente «Fibra fino a casa». Infatti, l'intera tratta, dalla centrale all'abitazione del cliente, è in fibra ottica in grado di garantire il massimo delle prestazioni.

«Open Fiber spiega l'ad Elisabetta Ripa - nasce per colmare in pochi anni il divario digitale accumulato in Italia. Stiamo portando avanti con impegno un progetto ambizioso. Costruire su tutto il territorio nazionale una rete a banda ultra larga FTTH, che arrivi direttamente dentro le case e gli uffici, in grado di supportare i processi inarrestabili di digitalizzazione dell'economia e dell'intera società. Il modello imprenditoriale, solo rivolto al mercato all'ingrosso, è unico in Italia, e sta riscuotendo un interesse, sempre maggiore, anche in Europa, con risultati molto concreti. Abbiamo collegato oltre 2,7 milioni di unità immobiliari. In Open Fiber lavorano, oggi, oltre 600 persone, una su quattro con un'età inferiore ai 25 anni. Nei nostri cantieri operano decine e decine di imprese, che impiegano circa 8.000 persone e stanno reclutando centinaia di nuove risorse ogni mese. Il progetto procede sia nelle città più grandi sia nelle aree meno popolose, dove con l'aggiudicazione dei bandi Infratel siamo entrati in un innovativo modello di Partnership Pubblico Privato (PPP)».

Sono 271 i Comuni italiani interessati dalla prima fase del piano di Open Fiber e 9,5 milioni il numero indicativo delle unità immobiliari che saranno raggiunte, per un investimentodi 3,9 miliardi, dedicati alla realizzazione e sviluppo della rete (circa il 90% entro il 2022). La società è impegnata in tutte le 271 città più grandi d'Italia, mentre con l'aggiudicazione delle gare Infratel in quasi 20 regioni, con interventi che coinvolgeranno, a oggi, oltre 13 milioni di cittadini e circa 7mila comuni.

FdM

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