Cronaca locale

La Filarmonica della Scala con il Faust di Schumann

Faust è un eroe della conoscenza. Come L'Ulisse dantesco che esorta i suoi compagni al «folle volo». Là, oltre le colonne d'Ercole, dove potranno essere partecipi delle conoscenza divina. Un'impossibilità, quella di coniugare immanente e trascendente, che verrà punita. Il Faust popolare è a sua volta un saggio che aspira alla sfera del sapere negato all'uomo. Per questo venderà l'anima al diavolo ma non potrà essere accontentato. Il tema di questa impossibilità diventa un motivo base, proiettato nel futuro, del romanticismo tedesco. L'eroe è sempre Faust, in genere quello goethiano che in musica suggestiona Boito, poi Busoni o Prokofiev. Restando alla musica e al romanticismo, il mito non può non impadronirsi di uno come Schumann. Mente proiettata verso l'assoluto, anima dilaniata dalle dicotomie e dal rapporto tra cielo e terra. Osservatore attento e innovativo che stigmatizza il sonecchioso costume del suo tempo, e combatte la borghesia «filistea» con la fantastica Banda degli amici di Davide di cui lui stesso fa parte nelle figure delle tre proiezioni di personalità nelle quali si riconosce: Florestano il passionale, Eusebio l'introverso, Maestro Raro la sintesi dei due. La mente del nostro, tanto febbrile e fervida, lo porterà alla follia. Szenen aus Goethes Faust per soli coro e orchestra eseguite per intero postume, a Colonia, nel gennaio 1862, hanno una gestazione che dura undici anni, dal 1841 al 1853. Un cammino disordinato che realizza i vari quadri sotto l'urgenza emotiva del momento. Fatto che non vanifica la possibilità di eseguire il materiale a disposizione già nel '49, in occasione del centenario della nascita di Goethe. Quella musica, ascoltata in tutta la Germania, incontra grande favore. Poi Schumann riprende, con sempre maggiore fatica, sempre più minato nel corpo e nella mente. Fatto che determina un suicidio sventato per caso, quindi un ricovero nel manicomio di Endenich. Il brillante pianista, compositore, critico e letterato è ormai lontano. Il Faust non è tra le opere più divulgate. Ciò non ne diminuisce l'interesse. Nel lavoro che si collega a Goethe solo come pretesto letterario, Schumann sviluppa i passaggi che lo rispecchiano. Insomma parla di sé. Nel mix di voci angelichee infernali, di cori infantili e squarci dolenti si susseguono Ouverture, Scena del giardino, Margherita e l'immagine della Mater Dolorosa, Scena della cattadrale, Alba-Mezzanotte-Morte e Glorificazione di Faust. Il colore non è mafisotofelico bensì venato da terrena pietas. Le Scene del Faust alla Scala oggi, martedì 9 e giovedì 11 febbraio (ore 20), sono affidate a Pinchas Steinberg, un direttore famoso che Milano non conosce. Isaeliano nato a New York nel 1945, Steinberg ha diretto orchestre importanti. Berliner inclusi Per Milano è un evento e un debutto con una proposta rara da non perdere. Con lui i complessi del teatro e voci importanti.

Come Michael Volle Faust e Dorothea Röschmann Gretchen.

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