Cultura e Spettacoli

Il film del weekend: "Mortdecai"

L'ennesimo flop di Johnny Depp. Un film decisamente debole e poco riuscito, retto da personaggi insipidi e pieno di buffonate datate

Il film del weekend: "Mortdecai"

Uscito in quasi trecento sale, "Mortdecai" di David Koepp è il tipico esempio di come non basti un cast di talento a salvare un film, nonché la dimostrazione che Johnny Depp sta inanellando ruoli sbagliati uno dopo l'altro. Stavolta l'attore sfoggia le note faccette buffe alla Jack Sparrow indossando abiti inglesi dall'eleganza retrò, ma la sostanza non cambia: quello che un tempo era autentico trasformismo è divenuto ora istrionismo superficiale e fastidioso.
Depp deve aver creduto tanto nel progetto della trasposizione cinematografica dei romanzi di Kyril Bonfiglioli dato che figura tra i produttori ma, sebbene tra i comprimari spicchino nomi di richiamo come Gwyneth Paltrow e Ewan McGregor, la pellicola oltreoceano è stata un vero flop.

Mortdecai (Johnny Depp) è un mercante d’arte truffaldino e vigliacco che se la cava sempre grazie all’aiuto del suo factotum e guardia del corpo, Jock (Paul Bettany). Ritrovatosi sul lastrico, con la moglie Johanna (Gwyneth Paltrow) decisa a vendere i suoi beni per fare cassa, l'uomo accetta di prestare assistenza nel recupero di un dipinto di Goya che è stato rubato e che nasconde un codice bancario, accesso a un tesoro nazista andato perduto. A coinvolgerlo è l'ispettore Martland (Ewan McGregor) innamorato da sempre di Johanna. Inizia così un’avventura in giro per il mondo che vedrà la comparsa di una banda di russi inferociti, miliardari americani e terroristi internazionali.

David Koepp aveva già diretto Depp in "Secret Window" e firmato regie importanti come quelle di "La morte ti fa bella", dei primi due capitoli di "Jurassic Park" e di "Panic Room", ma non riesce a infondere mordente ad un film che, anziché essere una piacevole action comedy vecchio stile, finisce con l'accartocciarsi su personaggi abbozzati e siparietti ripetitivi dando luogo ad un guazzabuglio imbarazzante.

Nonostante il ritmo frenetico della vicenda e una certa comicità demenziale, la noia è continuamente in agguato perché le scene d'azione e le gag sono sempre le stesse anche se ambientate in città diverse come Mosca, Londra e Los Angeles.

Gli interpreti dei ruoli di supporto si difendono ma a uscirne davvero male, come anticipato, è Depp il quale, nel dare vita a quest'antieroe sbruffone ed eccentrico, rimane intrappolato in un manierismo lezioso e ridondante. Il suo personaggio non solo manca di qualsiasi fascino ma è poco più che una macchietta: vorrebbe sfoggiare un umorismo british alla Peter Sellers ma è in grado solo in alcuni momenti di scimmiottarlo, per poi ripiegare il resto del tempo su di una comicità che si direbbe di stampo infantile se non fosse che è infarcita di allusioni sessuali.

Location patinate fanno da sfondo a situazioni tragicomiche di fattura grossolana e c'è spazio perfino per una specie di sottotrama dedicata ai baffi del protagonista.

In definitiva, l'insieme è così mortificante e insipido che è difficile individuare un pubblico di riferimento cui consigliare il film.

Commenti