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Fini ancora all'attacco: il Cav vada in panchina

Alla convention del Terzo Polo, Fini, Rutelli, Casini e Pisanu chiedono all'unisono un passo indietro del presidente del Consiglio. E propongo la solita ricetta: un governo di unità nazionale per il bene del Paese. Il presidente della Camera: "Il Cav vada in panchina"

Fini ancora all'attacco:  il Cav vada in panchina

Rutelli, Casini, ma anche Pisanu, alla convention del Terzo Polo, espongono la loro ricetta per il Paese. Naturalmente è presente anche il presidente della Camera, nonché leader di Fli. Tutti all'unisono chiedono un passo indietro del Cavaliere

"Berlusconi faccia un passo di lato se non gli piace che si dica un passo indietro. Anche i grandi campioni finiscono in panchina se l'esigenza della squadra é un'altra e l'esigenza della squadra-Italia é quella di un nuovo premier", ha sentenziato Gianfranco Fini, intervenendo alla convention "Con il Terzo polo per rifare l'Italia", organizzata dall'Udc al Salone delle Fontane a Roma.

"Anche se alla Camera - ha ipotizzato Fini - il governo ce la fa per un voto, magari per un ripensamento dell’ultima ora, cosa accadrebbe il giorno dopo? Faccio un appello a Berlusconi e agli uomini del Pdl: si può governare un paese così complesso appesi ad un voto? Come si può riconquistare la credibilità se si è perennemente costretti a passare sotto il giogo della fragilità numerica e politica della maggioranza. Non si è credibili se si vince per un voto, si continua non a governare ma a vivacchiare. Spiace constatare che Berlusconi è totalmente avulso dalla realtà. Resta a palazzo Chigi con il pallottoliere alla ricerca di pecorelle da riportare all’ovile".

Sulla stessa linea il discorso del leader dell'Api, Francesco Rutelli: "L’Italia oggi nel suo versante di sinistra ha solo la prospettiva di buttare giù Berlusconi ma non ne ha una per garantire una pace sociale e lo sviluppo economico, con un equilibrio nelle strategie e nelle misure di riforma". Invece, a detta di Rutelli, questa prospettiva il Terzo Polo ce l'ha. E si chiama governo di unità nazionale. Ed è lo stesso che invoca anche Beppe Pisanu, secondo il quale: "Nessun normale governo di centrodestra o centrosinistra sarebbe in grado di reggere il peso tremendo della crisi e gettare le basi per un futuro migliore. C'è bisogno di tutti. E un governo di unità nazionale è diventato quasi una scelta obbligata e prima ancora un dovere verso tutti gli italiani".

"L’Italia di oggi sta male, rischia di finir peggio. Il paradigma italiano non sono i ristoranti affollati, ma le mense della Caritas che si riempiono di nuovi poveri. L’umiliazione internazionale non ha precedenti nella storia della Repubblica e l’ostilità crescente dei mercati ce la siamo creata noi con i nostri errori di politica economica", ha continuato il senatore del Pdl Pisanu, respingendo ogni accusa di tradimento. "Coloro che nel Pdl vedono queste cose e le denunciano e chiedono di cambiarle non sono dei traditori, ma dei traditi - ha tuonato Pisanu - Come tanti di loro sono persuaso che l’Italia ha tutte le risorse necessarie per superare la crisi e recuperare il posto che le spetta nell’Italia e nel mondo".

"Non parlo a nome dei malpancisti del Pdl, anche perché il termine non mi piace - ha aggiunto Pisanu - Ho mal di testa e mal di cuore per la situazione del nostro Paese".

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