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Fini: "Berlusconi lasci prima del 14, noi di Fli mai alleati con il Pd"

Il leader del Fli: "Il premier non ha la maggioranza. Mi alleerò con il terzo polo, ma sono convinto che non si andrà a votare. Fase nuova, non importa con quale premier". Matteoli: "Fini non è più credibile nell'avversare la sinistra". Bonaiuti: "Non c'è un piano B o fiducia o voto". La Lega: "Il ribaltone non passerà"

Fini: "Berlusconi lasci prima del 14, noi di Fli mai alleati con il Pd"

RomaSilvio Berlusconi "si dimetta prima del 14 dicembre perché non gode più di una maggioranza né numerica né politica. E' escluso che ottenga la fiducia", così Gianfranco Fini presidente della Camera, intervistato da Floris a Ballarò. Fini ha sottolineato quindi che il paese "ha bisogno di un governo che governi non che galleggi". Un'alleanza con il Pd è "un'ipotesi che non considero possibile, perché l'orizzonte politico di Fli é nell'ambito dell'area moderata, del centrodestra ed è alternativo alla sinistra".

Alleanza con il terzo polo "Mi auguro che non che non si vada a vortare" ma in caso di urne anticipate "ci presenteremo con un'alleanza con il polo della moderazione, l'area di responsabilità".

"Sono convinto che non si andrà a votare", ha aggiunto. "Le elezioni - ha aggiunto il presidente della Camera - non servono a nessuno". 

L'accusa di tradimento "Quando non si hanno argomenti si ricorre ai complotti alle congiure, alle potenze internazionali...", spiega ancora. "Tutti gli italiani che seguono la politica si ricordano la direzione in cui Berlusconi mi dichiarò incompatibile con il Pdl; una scelta scellerata", ha sottolineato Fini che ha invitato Berlusconi a "non inseguire i fantasmi".

"Non mi dimetterò" Il voto sul Governo, qualsiasi esito possa avere, non avrà conseguenze sul futuro della terza carica dello Stato. Ad una domanda rivoltagli in tal senso - e cioé se dopo il 14 rimanesse presidente della Camera - Gianfranco Fini ha infatti risposto secco: "Certamente".

Critiche al premier Berlusconi? "E' quello che alza le spalle, che si sente il padrone del Pdl, dovrebbe fare un bagno di umilta. In 15 anni non l'ho mai sentito dire 'ho sbagliato' la colpa è sempre degli altri": Fini ha ripetuto le solite critiche all'ex alleato e nel corso dell'intervista a Ballarò, ha accusato il Cavaliere di "scarso rispetto delle istituzioni" e di "poca attenzione al tema legalità" citando il caso Cosentino.

"Fase nuova, non importa con quale premier" "Nell'ambito del centrodestra, dell'area dei moderati si dovrebbero trovare le ragioni per una convergenza con le iniziative dell'esecutivo" e "aprire una fase politica nuova all'insegna della responsabilità che affronti un'agenda per la crisi economica perché serve un cambio di velocità". Quanto a chi debba eventualmente guidare questa fase nuova Fini spiega che "il problema non è chi guida il governo, ma quello che vuol fare il governo. Ho detto e ripeto che il centrodestra merita qualcosa di più efficace. Mi interessa cosa fa il governo, non chi lo compone".

Matteoli: "Non è più credibile nell'avversare la sinistra" "Mentre dice che non si alleerà con il Pd in caso di elezioni anticipate, non chiarisce se eventualmente si alleerà per fare un governo senza il Pdl e la Lega e soprattutto, intanto, si prende i voti della sinistra nel tentativo di abbattere Berlusconi. Se questa è coerenza...", dice il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli. "Noi restiamo convinti che non ci sono alternative al governo Berlusconi: dopo ci sono solo le elezioni". 

Capezzone: Fini sempre più omogeneo a Pd-Idv "Fini ha confermato a Ballarò di essersi infilato in un vicolo cieco, nello stesso vicolo cieco già abitato da Bersani e Di Pietro. Fini, forse, se ne è pure reso conto, ma non sa più come tornare indietro: e allora tenta di superare le difficoltà alzando i toni contro Silvio Berlusconi. Ma più alza i toni contro il Premier, e più si conferma omogeneo alla sinistra e ai dipietristi". Lo afferma in una nota il portavoce del Pdl, Daniele Capezzone sottolineando che il leader di Fli "ha commesso il più grave errore della sua carriera politica, si sta mettendo da solo fuori gioco. La notizia è che ci sta anche riuscendo. Il fatto grave - conclude - è che tutto questo avvenga trascinando nella rissa una istituzione che dovrebbe essere super partes".

Napoli: l'errore di Berlusconi? Fini... "Gianfranco Fini, trattato regalmente da Floris con un'intervista registrata qualche ora prima per impedire che il suo ragionamento potesse essere contaminato dagli ospiti in studio, ha rimproverato al presidente Berlusconi di non aver mai ammesso di aver compiuto un solo errore. Fini non ha del tutto torto. Berlusconi ha infatti commesso un errore, durato quasi 16 anni: si chiama Gianfranco Fini" afferma il vicepresidente dei deputati del Pdl, Osvaldo Napoli. "Quanto ai ragionamenti del presidente della Camera - prosegue - si svolgono tutti attorno allo stesso asse: Berlusconi deve farsi da parte. Cosa ci sia di politico e di argomentato in tutto questo, gli italiani hanno potuto giudicare ascoltando il presidente Fini. Un uomo pieno di sicurezze, proprio come quel tale che dovendo affrontare il buio canticchia per darsi coraggio".

Bonaiuti: niente piano B, fiducia o voto Solo "fantasie", non c’è "nessun piano B" alle viste. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti smentisce l’ipotesi accreditata in un retroscena da Repubblica. Secondo il quotidiano diretto da Ezio Mauro, il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, potrebbe - in caso di sfiducia il 14 dicembre - consentire la formazione di un esecutivo guidato da un altro esponente del Pdl, riservando per sè il ruolo di ministro, magari degli Esteri. Pura "fantasia giornalistica", assicura Bonaiuti, che mette in guardia dall’arrivo di nuove bufale etichettate di volta in volta come "piano B, C o D".

La linea del governo La linea del governo e della maggioranza - ribadisce dunque il portavoce di Berlusconi - non cambia: l’alternativa è tra la fiducia - che il premier è convinto di riuscire a incassare sia alla Camera sia al Senato - e voto anticipato. Una linea che riscuote il pieno sostegno del Carroccio: "Il ribaltone voluto da Fini - scandisce il capogruppo della Lega al Senato, Federico Bricolo, confutando le rassicurazioni offerte ieri dal presidente della Camera sull’inopportunità di ribaltare il verdetto delle urne con manovre di palazzo - non passerà. Il 14 vedremo quanti parlamentari eletti con il centrodestra voteranno contro il governo insieme con Bersani, D’Alema, Di Pietro e Casini. Il governo otterrà la fiducia e andrà avanti per realizzare le riforme volute".

Fli e Udc all'impasse Di identica convinzione è il presidente del Pdl al Senato Maurizio Gasparri. Mentre il portavoce Pdl Daniele Capezzone bolla Fini e Casini come "prigionieri di una situazione di impasse da loro stessi provocata. Capiscono di essersi di fatto affiancati a Bersani e Di Pietro, e di avere con ciò commesso un drammatico errore politico". Berlusconi scarta ogni subordinata e concentra la propria attenzione sul doppio voto del 14: la prossima settimana, prima della conta a Palazzo Madama e a Montecitorio, il Cavaliere incontrerà in due cene separate sia i senatori, la sera del 12, sia i deputati del suo partito, la sera del 13.

Fini e Casini Nuovo incontro oggi a Montecitorio tra il presidente della Camera, Gianfranco Fini, il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini e i Liberaldemocratici di Italo Tanoni.

Lasciando lo studio di Fini dopo il faccia a faccia, Casini ha ribadito la linea del terzo pPolo, e cioé dimissioni di Berlusconi: "C’è sempre tempo - ha risposto al cronista - c’è tempo fini a lunedì, bisogna avere fiducia".

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