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Fini: "Il premier vuol comandare ma perde i pezzi"

Fini: "All’Italia serve un governo "capace di fare delle scelte e di indicare la strada. Non mi interessa chi lo presiede, ma cosa vuol fare questo governo, qual è il programma". Poi avverte: "La sfiducia non è un complotto comunista. Sono tutti ex collaboratori di Berlusconi"

Fini: "Il premier vuol comandare ma perde i pezzi"

Lanciano - All’Italia serve un governo "capace di fare delle scelte e di indicare la strada. Non mi interessa chi lo presiede, ma cosa vuol fare questo governo, qual è il programma". A una convention del Fli di Lanciano il presidente della Camera, Gianfranco Fini, torna ad attaccare il governo augurandosi che "chi ha responsabilità politiche capisca finalmente che l’Italia ha bisogno di un governo che governi, che sciolga nodi e che indichi la strada".

Fini alla carica "Se anche per due raffreddori, un mal di pancia o un deputato che cade dalle scale e non viene a votare la sfiducia non dovesse passare per il rotto della cuffia - si chiede il numero uno di Montecitorio - il giorno dopo che succederebbe? Si può governare il Paese senza una maggioranza sicura?". Fini fa sapere che spera che "chi ha responsabilità politica lo capisca". "La sfiducia non è un complotto comunista - continua l'ex An - chi ha firmato la mozione sono tutti uomini e donne che hanno collaborato con Berlusconi per gli ultimi dieci o quindici anni. Dov’è il complotto dei comunisti?". "Berlusconi - prosegue Fini - dovrebbe chiedersi perchè perde i pezzi. Forse - si autorisponde Fini - perché più lo si conosce più si capisce che per lui governare vuole dire comandare".

Traditori e servi Non va giù, a Fini, d’essere bollato come traditore e allora, dalla convention del Fli di Lanciano, "con pacatezza" replica risentito agli attacchi di questi giorni e dice, in buona sostanza, che se chi critica è un traditore chi dice sempre sì è un servo. "Il termine traditore - sono le esatte parole del presidente della Camera - è come il termine servo: non ci sono traditori tra coloro che criticano il presidente del Consiglio così come non ci sono servi tra quelli che gli danno ragione qualunque cosa dica". Tanto più, prosegue, che chi ha presentato la mozione di sfiducia al premier "sono uomini e donne che da dieci, quindici anni collaborano lealmente con Berlusconi".

Il terremoto in Abruzzo In Abruzzo, è inevitabile parlare del terremoto dell’Aquila. Fini spiega che "a L’Aquila ci voleva un approccio umile" da parte del governo. "Bisognava dire che per ricostruire il centro dell’Aquila ci volevano dieci anni. Era il caso in cui i francesi avrebbero detto che non era il caso di esagerare con lo zelo. E' vero che a L’Aquila è stato fatto qualcosa di molto importante, ma nessuno poteva credere che in sei mesi si potessero rimettere in piedi le case e le mura del centro storico dell’Aquila". Insomma, per Fini l’atteggiamento di Berlusconi è stato come "un boomerang: l’approccio doveva essere più umile e più realistico". E sulla scorta di questa considerazione, quindi, che il presidente della Camera invita a "diffidare di chi dice ci penso io", anche perché "siamo nel tempo della governance e il governo è un fatto collettivo".

Il taglio delle tasse Stoccata anche sulla politica economica.

"Chi crede che da qui alla fine della legislatura si potranno tagliare le imposte per le famiglie e per le imprese - dice Fini - evidentemente crede a Babbo Natale".

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