Economia

Finiti pranzi, cenoni e settimane «bianche», gli italiani si buttano sui saldi

Percentuali in forte rialzo per i consumi nei primi giorni di ribassi stagionali. Più dieci per cento a Roma, più venti a Bologna. Il presidente della Federmoda-Confcommercio, Renato Borghi: «Finalmente un po' d'ossigeno, però è assurdo avere saldi di fine stagione all'inizio»

Finite le abboffate a pranzo e cena, terminate anche le irrinunciabili vacanze in montagna o nei luoghi esotici, gli italiani (per meglio dire, le italiane) si sono già buttate giù a capofitto nell'acquisto in saldo. La partenza delle vendite promozionali in tutte le città sono molto positive. Secondo le prime stime di Federmoda Confcommercio si registrano aumenti delle vendite di fine stagione nel settore abbigliamento un po' ovunque, con una media del +5 per cento.
Si parte dal 3per cento in più di Torino, Napoli e Foggia, al +10per cento di Venezia e Roma, per arrivare al +20per cento di Bologna. Una tendenza che conferma il risultato di un recente sondaggio della confederazione dei commercianti secondo cui sette italiani su dieci ha manifestato la propensione ad approfittare dei saldi.
Capispalla, maglioni, camicie, ma anche tanti accessori stanno finendo negli armadi degli italiani che hanno rimandato molti acquisti di abbigliamento proprio per aspettare i saldi, come spiega il presidente della Federmoda-Confcommercio, Renato Borghi. «Sicuramente questa partenza dei saldi è molto positiva - commenta - speriamo sia portatrice di un po' di ossigeno per i nostri associati considerato che veniamo da un periodo di crisi dei consumi molto forte in generale, ma che ha prevalentemente penalizzato il nostro settore già in crisi da tempo».
D'altra parte, l'acquisto di moda non è più un acquisto di necessità - continua Borghi - è un acquisto che gratifica la persona, quindi differibile nel tempo. Sono cambiate anche le abitudini del consumatore che magari non rinuncia a una breve vacanza, ma rimanda l'acquisto del capo di abbigliamento avendo gli armadi pieni. Una cosa è certa e ci tengo a ribadirla: io penso che la soluzione per garantire vendite tutto anno sia liberalizzare le vendite promozionali, ma riportare i saldi sicuramente dopo il 20 gennaio, perchè non è possibile fare i saldi di fine stagione all'inizio della stagione».
Federmoda sottolinea inoltre come sia arrivato il momento di far sedere intorno ad un tavolo tutti i soggetti della Filiera del Sistema Moda Italia per ridiscutere sia sulla politica dei prezzi che sui quantitativi minimi imposti dalle aziende produttrici che come dice Borghi «ci obbligano ad acquistare intere linee produttive anche se al negoziante ne interessa una sola con il rischio di riempire il magazzino di merce invenduta».
Ancora in linea con le prime stime sui saldi si rivelano le preferenze sui prodotti da acquistare che sono state espresse dagli italiani nel sondaggio svolto poco prima dell'avvio dei saldi.
Al primo posto vengono scelti i capi d'abbigliamento (97,1%), a seguire le calzature (76,5%), gli articoli sportivi (38,1%), la biancheria intima (39,4%), gli accessori come i guanti, le cinte, le scarpe e i cappelli (34,3%) . E ancora la biancheria per la casa (24,8%), la pelletteria e gli articoli di valigeria, come ad esempio le valigie, le borse, i beauty case, eccetera (29,3%).
Interessanti sono anche le risposte sulle intenzioni di spesa per i saldi di gennaio. Più della metà, e cioè il 56,7% degli intervistati, ha dichiarato di essere intenzionati ad approfittare dei saldi del mese di gennaio 2010 spenderà meno di 200 euro; il 33,8% ha stanziato per gli acquisti dai 200 ai 400 euro, mentre il 9,5% oltre 400 euro. La massima concentrazione in termini di stanziamento per gli acquisti si ha tra i 100 ed i 300 euro, con il 68,4% dei consumatori intenzionati ad acquistare a saldo nel gennaio 2010 prodotti per una cifra di questo genere. La spesa media si attesta intorno ai 200 euro.
In particolare, arriveranno a spendere fino a 200 euro le donne, i giovanissimi con un'età compresa tra i 18 ed i 24 anni, coloro che hanno oltre 64 anni, coloro che risiedono nelle regioni del Nord Ovest e del Nord Est, coloro che hanno un titolo di studio medio/basso, o basso, i pensionati, gli studenti e i disoccupati. Oltre 400 euro prevedono di spendere gli uomini, coloro che hanno un'età compresa tra i 35 ed i 44 anni, coloro che risiedono nelle regioni del Nord Est e del Centro Italia, coloro che hanno un titolo di studio medio-alto, alto, i coniugati e i single.
Ma chi è l'acquirente tipo dei saldi? Naturalmente sono in prevalenza le donne. Ma più in generale sono individui di età compresa tra i 18 ed i 54 anni che risiedono nelle regioni del Centro Italia e del Meridione con un titolo di studio medio-alto e alto. È stata rilevata poi, una significativa minore accentuazione ad approfittare dei saldi da parte di coloro che risiedono nelle regioni del Nord Ovest. Inoltre l'attesa dei saldi per acquistare prodotti griffati o comunque di marca riguarda uomini e donne tra i 18 ed i 34 anni che risiedono nelle grandi aree metropolitane e che hanno un titolo di studio medio-alto e alto.
In merito ai prezzi, l'indagine evidenzia come l'83,5% dei consumatori quando acquista in saldo vuole soprattutto la qualità, mentre il 16,5% attribuisce più importanza al prezzo.

Attribuiscono maggiore importanza al prezzo chi ha un'età compresa tra i 18 ed i 34 anni e chi possiede un titolo di studio medio-basso e basso, le casalinghe, i pensionati e gli studenti.

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