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Fli, le colombe: "O nel centrodestra o lasciamo" Ma Fini: "La linea è inequivocabile, non cambio"

In casa Fli saltano i nervi. Fini non media e fa crollare tutto. Le colombe si rivoltano alla linea dura di Bocchino. Rumor su unavvicinamento di Fli a D'Alema. Viespoli si dimette da capogruppo al Senato, ma il partito lo rielegge. Fini è ridotto a zerbino di Bocchino / Mario Giordano

Fli, le colombe: "O nel centrodestra o lasciamo" 
Ma Fini: "La linea è inequivocabile, non cambio"

Roma - In casa Fli saltano i nervi. Il leader Gianfranco Fini non media e rischia di far crollare tutto quanto. Le colombe si rivoltano ai falchi e alla linea dura dettata da Italo Bocchino. A scottare non sono soltanto le poltrone e l'organigramma del neonato partito, ma anche la scelta di andare avanti nel solco dell'anti berlusconismo. Secondo La Stampa, infatti, a infastidire maggiormente le colombe sarebbe l’ipotesi che si fa strada tra i colonnelli più vicini a Fini: raccogliere la proposta dell’Alleanza costituente lanciata da Massimo D’Alema. Così, dopo una riunione fiume a Palazzo Madama, le colombe lanciano un ultimatum a Fini: restano nel partito, malgrado i dissensi, a patto che Fli resti nel perimetro del centrodestra. Ma il leader non ci sta e va avanti: "La linea non cambia, è inequivocabile".

Lo scontro nel Fli Dopo una riunione di oltre tre ore al Senato, i senatori di Fli hanno deciso di rimanere nel partito esprimendo un forte dissenso verso la scelta compiuta da Gianfranco Fini con la nomina di Italo Bocchino vicepresidente e Benedetto Della Vedova capogruppo alla Camera di Futuro e Libertà. Contro questa stessa scelta si è dimesso da capogruppo al Senato Pasquale Viespoli, contestando che i nuovi vertici non sono coerenti "con il posizionamento strategico di centrodestra emerso dall’Assemblea stessa". Dopo le dimissioni di Viespoli il senatore è stato comunque rieletto capogruppo con mandato unanime: "E' sintesi delle diverse posizioni emerse all’interno del gruppo".

Fini non fa un passo indietro Fini non si piega ai dissensi delle colombe. Anzi, va avanti e rilancia la sfida: "La linea politica è inequivocabile". Poi il laeder di Futuro e Libertà assicura che "il Fli vuole rifondare il centrodestra e l’organigramma è in linea con questa volontà". Parlando con i suoi uomini, Fini respinge tutte le polemiche esposte in questi ultimi giorni dalla componente più "tenera" del partito. "Non cambio nulla - è il ragionamento del presidente della Camera - perché giudico infondati i rilievi". "Trovino argomenti più consistenti", avrebbe quindi aggiunto Fini riferendosi ai distinguo dei senatori che si sono travati oggi pomeriggio a Palazzo Madama.

Il vero "falco" del Fli "Fini è un superfalco, lui vola ad un’altra altezza rispetto a noi". Ad accusare il leader del Fli è Carmelo Briguglio che, ai microfoni di Radio2, stila una classifica dei ’falchì del suo partito: "Secondo me Fini è un superfalco segreto. Fuori ha l’abito istituzionale, è un superfalco mascherato". Secondo Briguglio, infatti, Fini è anche "più intransigente" di Bocchino "quando si trova davanti a questione istituzionali". E quale potrebbe essere la classifica dei più 'falchi' di Futuro e Libertà? "Primo Granata, secondo Briguglio, terzo Bocchino". E quella delle colombe? "Primo Viespoli, secondo Ronchi, terzo Urso".

Una smentita scomoda I vertici di Futuro e Libertà smentiscono. Se ne tirano fuori. Eppure l'imbarazzo delle colombe per una possibile ammucchiatadel Fli con l'opposizione pur di fuori il premier Silvio Berlusconi è qualcosa di più che una voce di corridoio. Secondo La Stampa, infatti, "lo stesso D’Alema l’aveva preparata nel corso di incontri riservati con alcuni dei potenziali protagonisti. Nel colloquio con D’Alema, i massimi 'vertici' futuristi, oltre a convenire sulla proposta della Santa Alleanza", hanno preso "atto dell’idea di formare un grande cartello che però escluda Antonio Di Pietro". Luca Barbareschi non ci sta: "Non è un problema di nomi o di ruoli. Ma quando ho pensato a Futuro Libertà, ho pensato a un partito che all’interno del centrodestra potesse funzionare da stimolo forte". Ma non è quello che sta accadendo.

Secondo Barbareschi, un accordo con la sinistra ridurrebbe il Fli a "essere utilizzato come cavallo di Troia per un tipo di magistratura che io combatto dai tempi di tangentopoli ad oggi".

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