Mondo

Folla per l’addio a Lamolinara Monti visita la camera ardente

Un fiume di persone per l'ultimo saluto a Franco Lamolinara, nella sua Gattinara, il paese del Vercellese che l'ingegnere aveva lasciato anni fa per andare a lavorare in Nigeria. Il feretro arriva di notte e viene trasferito in municipio, dove gli amici più cari vegliano la salma tutta la notte fino alle 10 del mattino, quando è prevista l'apertura della camera ardente. Prima, però, arriva la signora Anna. Resta solo pochi minuti accanto al marito: avrebbe voluto vederlo per l'ultima volta dopo dieci mesi di attesa, ma la bara arriva già chiusa e non è possibile.

Solo il figlio Mattia riesce a salutare il papà come si deve, sabato, quando arriva a Ciampino. Sarà lui a scortarlo fino a casa, da solo. Non c'è rabbia nelle parole che pronuncia all'aeroporto di Malpensa: «Non siamo mai stati soli - dice - non oggi e mai dal 12 maggio, da quel maledetto giorno in cui mio padre è stato rapito. Voglio ringraziare le istituzioni che a Roma mi hanno seguito molto da vicino, in modo particolare i funzionari dell'Unità di crisi che mi hanno accolto a Ciampino. Incontrarli è stato importante».

Nel pomeriggio a Gattinara arriva il premier Mario Monti. Prima di visitare la camera ardente si intrattiene con la vedova e i figli dell'ingegnere, Mattia e Nicole, nella piccola casa alla periferia del paese. Assicura che il governo sarà vicino alla famiglia, poi in municipio si sofferma in raccoglimento una ventina di minuti davanti alla bara. Anche il governatore Roberto Cota assicura l'aiuto della Regione Piemonte alla famiglia.

In mattinata a casa Lamolinara telefona anche l'ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che vuole porgere le sue condoglianze personalmente alla vedova dell'ingegnere. Una conversazione affettuosa e cordiale legata in modo particolare ai primi momenti del rapimento. «L'allora premier - ricorda un amico di famiglia - aveva seguito molto da vicino e con molta partecipazione la vicenda, sentendo più volte i familiari per informarli di come andavano le cose».

«Ho sentito Franco fino a pochi giorni prima del rapimento - racconta un altro amico - mi aveva detto che stava per tornare. Nessuno si sarebbe mai aspettato una fine del genere, non ci era mai sembrato un rapimento così eclatante».

Oggi lutto cittadino e i funerali, alle 15, nella chiesa della parrocchia di San Pietro.

Commenti