Politica

La Fondazione Ania promuove la riforma del Codice stradale

Salvati: «Primo passo verso una nuova cultura delle regole al volante». Soddisfazione per l'obbligo della prova pratica per il conseguimento del patentino per il ciclomotore e la tolleranza zero verso chi (neopatentati e camionisti) viene pescato a guidare ubriaco

«Ora abbiamo delle nuove norme ben definite. Rispettiamole e facciamole rispettare, avviando un cambiamento culturale radicale, unica via per affrontare la prima emergenza nazionale: gli incidenti stradali».
Con queste parole Sandro Salvati, presidente della Fondazione Ania per la Sicurezza Stradale, la Onlus delle compagnie di assicurazione, ha commentato l'approvazione definitiva in Senato della riforma del Codice della strada.
«Nel 2008 sono morte 4.731 persone - ha aggiunto il presidente Salvati - e oltre un terzo di queste aveva meno di 30 anni. Si tratta di un tributo di sangue troppo alto, un prezzo che il nostro Paese non può più permettersi di pagare. La strage a puntate che si consuma sulle nostre strade al ritmo di 13 morti al giorno pesa sul bilancio pubblico per oltre 30miliardi di euro, quasi 2 punti del pil. Il lungo iter attraverso il quale si è giunti all'approvazione odierna, ha avuto il merito di portare all'attenzione dell'opinione pubblica temi importantissimi legati alla sicurezza stradale. Oggi sono state varate norme che riteniamo fondamentali per migliorare la sicurezza sulle strade».
Tra i provvedimenti accolti con maggiore soddisfazione dalla Fondazione Ania per la Sicurezza Stradale ci sono l'obbligo della prova pratica per il conseguimento del patentino per il ciclomotore, l'aumento delle sanzioni per chi modifica e fa modificare le microcar, l'obbligo di cinture per chi guida questo tipo di mezzi e, soprattutto, la tolleranza zero verso l'alcol alla guida per i neo patentati e i guidatori professionali.
«Come Fondazione Ania per la Sicurezza Stradale - conclude Salvati - abbiamo dato il nostro contributo ai lavori parlamentari. L'insieme delle nuove norme deve essere l'innesco per un cambiamento epocale nel nostro Paese verso una nuova cultura della prevenzione e del controllo. Per raggiungere questo obiettivo bisogna avviare un'opera di educazione capillare sui giovani e entrare nell'ottica che si debbono destinare più risorse per la prevenzione degli incidenti, perché spendere soldi in sicurezza stradale rappresenta un investimento a rendita sicura per lo Stato. Ora che il nuovo codice è realtà, impegniamoci tutti a rispettarlo e a farlo rispettare. Perché chi guida deve rispettare le regole. Sempre.

Se non lo fa può uccidersi o uccidere».

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