Roma

Fori Imperiali Il progetto di sistemazione dell’area studiato dai «Romanisti»

Per tradizione il 21 aprile, Natale di Roma, viene presentata al sindaco la prima copia della Strenna dei Romanisti, che si pubblica ininterrottamente da 70 anni. Quest’anno il presidente del Gruppo Umberto Mariotti Bianchi consegnerà a Gianni Alemanno anche la proposta di sistemazione del comprensorio dei Fori Imperiali, elaborata da una commissione formata da studiosi del sodalizio che si occupano di tutela del patrimonio artistico e monumentale di Roma, come Romolo Augusto Staccioli, Carla Benocci, Filippo Delpino, Massimo De Vico Fallani e Francesca di Castro.
Sbiaditi i pregiudizi ideologici, messi da parte i progetti di smantellamento della strada «imperiale», oggi si prende atto della situazione reale, profondamente mutata dal disegno originario concepito da Corrado Ricci nell’11 e avviato nel ’26.
I Romanisti ritengono indifferibile un intervento che renda l’area (uno dei comprensori archeologici più conosciuti nel mondo) più ordinata e comprensibile al visitatore. Oggi tutta la zona si trova in una situazione di grave degrado e di scarsa leggibilità, a causa anche di «scavi ideologici avviati negli anni ’80 senza un chiaro obiettivo di quello che si andava cercando, ma per eliminare la via “fascista” dei Fori Imperiali» e di un «guazzabuglio di resti di epoche diverse» che finiscono per disorientare il visitatore, così come la presenza di recinzioni e di venditori ambulanti di ogni genere di chincaglierie.
Di fronte al fallimento dell’idea di restituire ai cittadini le antiche piazze forensi e nell’impossibilità di tornare indietro, «proponiamo - spiega lo scrittore e archeologo Romolo Staccioli - di collegare il più possibile gli scavi fra di loro, interrare i resti laddove creino confusione e recuperare una piazza sopra gli scavi interrati».
Le proposte di massima interessando il Foro di Traiano, le emergenze post-antiche, la via Alessandrina, il Tempio della Pace e via Bonella. Senza escludere il verde, l’arredo urbano, i punti informativi e, ovviamente, il restauro.
Entrando nel dettaglio, il Gruppo dei Romanisti ritiene che la strada pedonale che unisce attualmente via Alessandrina a via dei Fori Imperiali, che divide in due il Foro di Traiano, venga sostituita con un’altra al margine meridionale al fine di unificare le aree di scavo sottostanti, riprendendo così il tracciato dell’ottocentesca via dei Carbonari, riaffiorata in parte.
I resti post-antichi, incomprensibili per il pubblico, dopo un accurato studio e la riproduzione virtuale, dovrebbero essere interrati, creando sopra una «piazza lastricata» al livello ottocentesco.
La via Alessandrina, la strada balcone sul Foro e i Mercati, andrebbe riaperta al pubblico portandola allo stesso livello della «piazza», mentre dovrebbe essere ripristinato il tracciato di via Bonella, partendo dal tratto esistente, rimesso i luce.
Il ripristino di via Bonella verso la Curia consentirebbe nuovamente di raggiungere la zona del Carcere Mamertino dai Fori eliminando il traffico automobilistico dal Clivo Argentario.
Al fine di valorizzare i ritrovamenti del Tempio della Pace, dopo gli scavi sul lato ovest dei Fori, si ipotizza lo spostamento dell’accesso al pubblico in via In Miranda, dietro il Tempio di Antonio e Faustina, eliminando il parcheggio e unendo in tal modo i due scavi.
Il progetto si occupa anche di questioni più marginali, ma non meno importanti. Come l’arredo urbano che va ricondotto a unità sia per ciò che concerne la segnaletica che i cartelli e i mezzi di illuminazione, eliminando scalette, dislivelli, balconi e preferendo la transenna romana, in parte già esistente. Da curare con attenzione anche il verde, limitando allo stretto necessario alberi come lecci e pini e preferendo piante rustiche dalle radici meno invasive.


A largo Corrado Ricci e nei pressi di piazza Venezia, dove fermerà la nuova linea C della metropolitana, andranno potenziati i punti informativi e di ristoro.

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