Cronache

Formaggi e vini lombardi, alla scoperta dell'abbinamento perfetto

Un'intera giornata organizzata a Palazzo Affari ai Giureconsluti di Milano da Regione e Unioncamere Lombardia (in collaborazione con Onaf e Onav) per far fare scorprire a chef, giornalisti e buyer due vanti dell'enogastronomia regionale e le regole per gustarli insieme

Formaggi e vini lombardi, alla scoperta dell'abbinamento perfetto

Ricercare l'equilibrio, scegliere in base al territorio, fare attenzione alle temperature di servizio, considerare la stagione e la tipologia. Sono alcune delle regole base dell'abbinamento difficile ma (se riuscito) di grande soddisfazione tra i formaggi e i vini. Che lunedì 10 giugno celebrano un matrimonio nella giornata organizzata a Palazzo Affari ai Giureconsulti di Milano, dove è di scena la prima edizione di «DiVini formaggi di Lombardia», una rassegna dedicata ai gioielli enologici e caseari del territorio organizzata da Regione Lombardia e Unioncamere Lombardia in collaborazione con Onav e Onaf, le organizzazioni nazionali degli assaggiatori dei due prodotti.
Da un lato il Moscato di Scanzo, il Lambrusco Mantovano, lo Sforzato della Valtellina, l'Oltrepò Pavese Sangue di Giuda, il Lugana Superiore, il Garda Chardonnay e tanti altri vanti del vigneto Lombardia, uno dei più variegati e ricchi d'Italia (ci sono ben 42 denominazioni, di cui 5 docg e 33 doc). Che sta conquistando anche gli enoappassionati di tutto il mondo se è vero che, secondo le elaborazioni del Centro studi di Unioncamere Lombardia, nel 2012, mentre il mercato domestico stagnava, le esportazioni dei vini lombardi sono cresciute dell'11,2 per cento rispetto all'anno precedente con punte del 194 per cento a Singapore, del 23 per cento a Hong Kong, del 17,3 in Messico e del 16,4 negli Usa. Dall'altra parte colossi come Gorgonzola, Grana Padano, Parmigiano-Reggiano (prodotto nella provincia di Mantova), Provolone Valpadana, Quartirolo Lombardo, Taleggio (tutte immancabilmente dop) accanto a formaggi di nicchia come il Bagoss di Bagolino, il Bitto dop, il Formai de Mut dop dell'alta Val Brembana, la Formaggella del Luinese (unica dop italiana interamente di capra) e lo Strachitunt. Tutti tesori che hanno già spazio sugli scaffali dei negozi, nelle carte dei vini e nei carrelli dei formaggi dei ristoranti, ma che meritano di averne ancora di più.
Proprio per questo, per far meglio conoscere queste realtà a giornalisti, chef, buyer dell'alta gastronomia e del settore horeca, è stata pensata la giornata di oggi, che prevede un totale di dodici incontri con tecnici di Onaf e Onav nel corso dei quali saranno illustrati 24 abbinamenti, alcuni di scuola (come il matrimonio d'amore tra i formaggi erborinati e vini dolci o vendemmie tardive o quello tra formaggi freschi di capra e i vini bianchi freschi) e altri più trasgressivi e sorprendenti.

Tra i più interessati partecipanti alla giornata una delegazione di buyer russe in visita in Lombardia nell'ambito degli incontri bilaterali organizzati dal Sistema delle Camere di commercio lombarde e dal Pirellone per la promozione turistica del territorio, che conta molto sull'atout del gusto.

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