Cronaca locale

Formigoni torna governatore, caccia ai fondi

Marcello Chirico

Quella di ieri è stata davvero la sua ultima presenza a Palazzo Madama. Roberto Formigoni, prendendo ufficialmente congedo dal Senato con un saluto al presidente Franco Marini, è tornato così ad esercitare a tutto tondo il ruolo di governatore della Lombardia, e lo ha fatto immediatamente partecipando all’incontro Stato-Regioni a Palazzo Chigi. Dove, insieme ai colleghi delle altre Regioni, ha concordato col nuovo premier di poter costruire tutti insieme la prossima Finanziaria. «È stato l’avvio di un confronto - ha confermato all’uscita Formigoni -, Prodi si è impegnato a presentare la manovra nella sua integrità, senza colpi di mano notturni». Si è deciso così, col Governo, di istituire una commissione mista Regioni-Governo-Autonomie per il monitoraggio della spesa pubblica, con l’impegno ad affrontare insieme i temi del federalismo fiscale, revisione del Patto di stabilità interno, welfare, sanità, infrastrutture, trasporti e sviluppo.
«Abbiamo proposto al Governo - ha spiegato Formigoni - di venire a guardare in casa delle Regioni, per vedere chi sfora e come sfora, quali Regioni hanno rispettato gli impegni e quali hanno sforato per loro responsabilità». Un modo per inchiodare una volta per tutte regioni come Campania, Calabria e Puglia e cercare di dirottare così più risorse su quelle più virtuose, come appunto la Lombardia. Parlando del Fondo sanitario, Formigoni ha spiegato che «il Governo ha verificato la sottostima del Fondo stesso, che è di circa 5 miliardi: l'obbiettivo è il ripiano del deficit stesso. Il Governo deve dire con chiarezza quale percentuale di spesa sanitaria intende finanziare. Se la spesa può crescere, possono crescere i servizi che eroghiamo ai cittadini, altrimenti, se rimane ferma o addirittura diminuisce, questo non è ovviamente possibile».
Sul federalismo fiscale, Formigoni ha spiegato che le Regioni «sono tutte d'accordo.

Questa fase deve essere avviata», ha detto, aggiungendo però che «vogliamo anche vedere con chiarezza chi, tra le Regioni, ha virtuosamente rispettato i vari parametri e chi no».

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