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Il Forrest Gump indignato: «Mille chilometri a piedi per cercare lavoro»

Marco Marangoni, 46 anni, sta infatti percorrendo dal Montegenevre a Roma tutta la via Francigena, la strada maestra praticata fin dal Medioevo dai pellegrini in viaggio per la Città Eterna. Ha una bandiera arcobaleno sulle spalle e un sogno in testa: «Risvegliare l'Italia»

Il Forrest Gump italiano ha un sacco a pelo, un palmare, un bandierone arcobaleno pacifista sulle spalle e un sogno, trovare un impiego fisso. Finora, lungo le mille miglia della via Francigena, ha trovato solo un po' di curiosità. Cammina cammina, sole e pioggia, Marco Marangoni, 46 anni, sta infatti percorrendo dal Montegenevre a Roma tutta la strada maestra praticata fin dal Medioevo dai pellegrini in viaggio per la Città Eterena.
Marangoni, «lavoratore in nero» preoccupato per la «grave crisi» che stiamo vivendo, ha deciso di mettersi le scarpe e sta macinando chilometri su chilometri per portare la sua indignazione a Roma. «Lo faccio per me e per le nuove generazioni- racconta - . Stiamo bruciando il futuro di tanti ragazzi. Quindi, al di là del malcontento dilagante, ho sentito la necessità di fare qualcosa di concreto. Così mi sono messo in marcia per protestare. Probabilmente perderò anche quel lavoro in nero che mi dava da vivere, ma ho deciso di mettermi in gioco per chiedere più diritti per tutti».
Forrest, che ha già partecipate al cammino di Santiago, ha lasciato il Monginevro il 21 settembre e si è immesso a Ivrea sulla via Francigena. É arrivato a Fidenza, salendo verso il passo della Cisa per scendere in Lunigiana, scavalcando poi le alture sopra Sarzana. «Sono partito da solo - spiega senza interrompere il cammino - ma strada facendo ho raccolto altri due indignati conosciuti tramite Facebook». E così da alcuni giorni si sono accodati Alberto Cantoni, altro lavoratore in nero, e Alessandro Murino, 25enne disoccupato. Fino a qualche giorno fa c'era pure un altro precario, Daniel Juske, che ha dovuto desistere a Pavia per un piccolo infortunio.
«Ma ci raggiungerà prima dell'arrivo a Roma, vuole essere con noi», assicurano i compagni di viaggio. Con loro, pure due cani «indignati. Una iniziativa del tutto pacifica. «Non vogliamo fare rivoluzioni - argomenta ancora il leader della comitiva - camminiamo con la bandiera della pace, sperando di stimolare la coscienza civile della gente». Strada facendo, Marco e gli altri incontrano persone che li fermano e, talvolta, offrono loro ospitalità. «Si lamentano tutti, abbiamo incontrato pure un assessore che ci spiegava quanto è difficile ottenere fondi per realizzare un progetto. Sentiamo che la nostra battaglia è condivisa. Su internet sto raccogliendo i pensieri di tanti indignati».
Ma siccome «non si può rimanere indignati della tastiera», ecco che Marco si è messo in marcia. La capitale è quasi in vista, questione di giorni. «Sogno un fiume umano indignato che si mette in cammino verso Roma, in modo pacifico, civile, armonico, come la marcia per il sale di Gandhi.

Il risveglio della coscienza di una nazione, l'Italia».

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