Varie

Forse qualcosa è andato storto (anzi, di sicuro)

di Daniela Fedi

Cosa è successo all'immagine maschile degli ultimi 80 anni? Tantissime cose, alcune delle quali meravigliose. Sono spariti colli e polsi inamidati, siamo passati dal bianco e nero al multicolor e da qui agli effetti speciali, tutto si è alleggerito e semplificato facendo perdere agli uomini quell'aspetto pomposo e un po' impettito che li faceva somigliare un po' troppo ai pinguini. Però qualcosa deve essere andato storto se siamo passati dall'eleganza perfetta di Gregory Peck in Vacanze romane allo stile strampalato di Ben Stiller in Zoolander, dallo stile sconfinato di Cary Grant in Intrigo internazionale al sospensorio con bretelle di Borat. Certo è cambiato il rapporto tra cinema e moda. Oggi in nove casi su dieci gli attori sono dei testimonial prezzolati. Alle preziose consulenze d'immagine di grandi stilisti come Giorgio Armani a registi come Paul Schrader(American Gigolo) oppure Martin Scorsese (Goodfellas) son subentrati i potentissimi stylist di Hollywood con la loro grande abilità nel piazzare questo o quel prodotto in scena. L'arte del «product placement» si è poi trasferita prima sulle fiction, poi sui social media e qui davvero siamo arrivati a una sorta di Far West senza nemmeno il conforto dell'impeccabile camicia con lo sprone di John Waine. Ecco perché questo Pitti dedicato al cinema potrebbe darci molto. Non ci vogliono sfilate con la stessa logica narrativa di Hellzapoppin.

Serve la normalità molto speciale di una vera fabbrica di sogni.

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