Cronaca locale

«Forze ridotte? Da prefetto però erano sufficienti»

Maiolo: «Ha gettato la maschera». De Corato: «Nel ’99 arrivarono rinforzi dopo 9 omicidi»

Barbara Carrer

«Sono sinceramente meravigliato delle dichiarazioni di Bruno Ferrante che si inventa una presunta mancanza di disponibilità del governo sugli agenti da mandare a Milano. Mai, in tante riunioni del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza da lui presiedute, lo avevo sentito fare riferimento ad un possibile deficit di personale delle forze dell’ordine». Queste le dure parole di Guido Manca che in riferimento alle «sparate» dell’ex prefetto parla addirittura di «candidatura fuori luogo». Quella dell’ assessore alla sicurezza, tuttavia, non è certamente una voce fuori coro. Agguerrita anche Tiziana Maiolo. «Sarà contento il ministro Pisanu - commenta - nel sentire che il suo ex “fedele servitore” spara a zero sul Viminale e sulla sua attività, rivelando che solo i governi di centro- sinistra si occuparono attivamente della criminalità a Milano con cospicuo invio di uomini». E ad evidenziare il cambiamento post candidatura dell’ex prefetto, l’assessore dei servizi sociali conclude: «Smessi gli abiti di uomo delle istituzioni e indossati quelli di uomo di parte, il dottor Ferrante ha, una volta di più, gettato la maschera». Attacca ferrante anche De Corato: «Voglio solo ricordare all'ex prefetto Bruno Ferrante che il governo di centrosinistra mandò i rinforzi di cui lui parla in seguito ai nove assassini avvenuti a Milano in soli dieci giorni all'inizio del '99, quindi in un contesto di grave emergenza criminalità».
Indignazione del centro destra anche in merito alle idee di Ferrante in tema di immigrazione. Nel mirino della Lega, in particolare dell’Assessore regionale al Territorio, Davide Boni. «I villaggi proposti da Ferrante - dichiara Boni in una nota - sono un'idea balzana, che l'ex prefetto, insieme al suo compagno Penati, vagheggia da tempo. Si tratterebbe in pratica di veri e propri ghetti per extracomunitari: una soluzione fra le altre cose contraria ad ogni principio di integrazione.

Dal punto di vista urbanistico poi rappresenterebbero una ulteriore ferita a un territorio già fortemente compromesso».

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